di Andrea Mandala
MILANO (Reuters) - Banco Bpm (MI:BAMI) e Bper guardano a un'ipotesi di integrazione che potrebbe configurarsi come un 'merger of equals', con l'intenzione di raggiungere un possibile accordo la prossima primavera.
Lo dicono tre fonti vicine alla situazione secondo cui, tra le varie opzioni di M&A sul tavolo, la combinazione delle due ex popolari è quella a cui più probabilmente si potrà iniziare a lavorare concretamente all'inizio del prossimo anno.
A Piazza Affari i titoli dei due istituti hanno ridotto le perdite con Bper che è passata in positivo e, alle 16,40 segna un rialzo dello 0,7%, mentre Banco Bpm (MI:PMII) è in calo dell'1,3%. Entrambi i titoli perdevano intorno all'1,8% prima della notizia.
L'operazione Intesa-Ubi ha innescato sul mercato le attese di una nuova fase di ulteriore consolidamento in Italia, mettendo pressione su Banco Bpm, che ha confermato di essere pronto a un'integrazione a livello domestico per ridurre il gap con i primi due big del sistema bancario italiano.
Scartata l'ipotesi Mps (MI:BMPS), accantonata quella UniCredit (MI:CRDI) dopo un primo approccio all'inizio dell'estate scorsa, senza progressi, e dopo il fallimento delle trattative con Credit Agricole (PA:CAGR), il terzo gruppo bancario guidato da Giuseppe Castagna ha focalizzato le proprie attenzioni su Bper, accogliendo con favore l'apertura mostrata dall'azionista principale della banca modenese, il gruppo assicurativo Unipol (MI:UNPI), spiegano le fonti.
In un'intervista al Sole 24 Ore il mese scorso, Carlo Cimbri, AD di Unipol, ha infatti definito l'idea di una fusione fra Banco Bpm e Bper "affascinante" e da approfondire con "grande attenzione".
L'operazione consentirebbe a Unipol di allargare notevolmente il suo raggio di azione nella bancassurance a tutta la rete di Banco Bpm che dovrà però fare i conti con Cattolica Assicurazioni con cui la banca ha un accordo pluriennale.
Da parte sua Bper intende proseguire il suo percorso di crescita, che già ha visto un notevole progresso con l'acquisizione di circa 600 sportelli da Intesa-Ubi, proiettando la banca verso quota 120 miliardi di asset totali.
Un salto dimensionale che avvicina il gruppo guidato da Alessandro Vandelli a Banco Bpm, che conta 187 miliardi di asset a fine settembre e che, pochi giorni fa, ha annunciato la chiusura di 300 filiali.
L'AD di Bper ha tuttavia chiarito di essere al momento concentrato sull'acquisizione degli sportelli Ubi-Intesa e sulla loro integrazione, che terrà impegnato il gruppo nei prossimi 3-6 mesi e che, al momento, il dossier Banco Bpm non è sul tavolo.
In termini di capitalizzazione di borsa, dopo l'aumento di capitale da 800 milioni per finanziare l'acquisizione delle filiali, agli attuali prezzi Bper capitalizza circa 2,1 miliardi, contro i 2,8 miliardi di Banco Bpm.
Anche se non si registrano al momento particolari corse in avanti sul dossier - che ha bisogno di ulteriori analisi e approfondimenti - "qualcosa si muove e, se tutto va in porto, si potrebbe arrivare a un deal nel secondo trimestre", dice una delle fonti, che non esclude un'accelerazione.
L'ipotesi di una fusione alla pari, carta-contro-carta, sta emergendo alla luce della crescita dimensionale di Bper nonostante le differenze attualmente esistenti, affermano due fonti.
Eventuali squilibri sugli iniziali rapporti di forza dal punto di vista finanziario potrebbero trovare una soluzione nei futuri assetti di governance del nuovo gruppo, aggiunge una terza fonte.
Inoltre, anche gli azionisti di Banco Bpm vedrebbero con favore una fusione con Bper che darebbe vita a un terzo grande polo bancario con 300 miliardi di asset e un assetto azionario stabile e una presenza significativa di fondazioni ed enti previdenziali.
Banco Bpm e Bper non hanno commentato.
Nel 2007 Banca Popolare di Milano, oggi confluita in Banco Bpm, e Pop Emilia (MI:EMII) Romagna, oggi Bper, a quel tempo banche popolari, misero a punto un'operazione di integrazione ma il deal saltò a un passo dal traguardo per l'opposizione dei sindacati interni all'istituto milanese.
Oggi la situazione è diversa e più favorevole a un deal che, nonostante delle sovrapposizioni nel nord del paese, nel complesso gestibili, non troverebbe particolari ostacoli, dicono le fonti.
-- Hanno collaborato Valentina Za, Cristina Carlevaro, Giuseppe Fonte, Gianluca Semeraro
(In redazione a Milano Gianluca Semeraro)