Investing.com - I prezzi del greggio sono in salita nella mattinata statunitense di questo mercoledì, e recupera dopo le dichiarazioni di Donald Trump che hanno calmato l’agitazione sui mercati.
Il greggio con consegna a dicembre sul New York Mercantile Exchange è salito di 26 centesimi, o dello 0,58% a 45,24 dollari al barile alle 6:05AM ET (11:05GMT). Il contratto precedentemente è crollato di oltre il 4% a 43m07 dollari, il minimo dal 20 settembre.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il Brent con consegna a gennaio sale di 32 centesimi o dello 0,7%, a 46,37 dollari al barile. Precedentemente è crollato del 4% al minimo di 45,60 dollari, un livello che non si registrava dall’11 agosto.
Il petrolio è crollato dopo la vittoria shock di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA.
Ma il sentimento è migliorato dopo il discorso di Trump nel quale ha affermato di voler cercare dei punti in comune e non delle ostilità, totalmente il contrasto con tutto l’astio mostrato durante la sua campagna.
Intanto, gli operatori attendono i dati sulle scorte settimanali statunitensi di greggio e prodotti raffinati.
La U.S. Energy Information Administration rilascerà il report settimanale sulle scorte di greggio alle 10:30 ET (14:30 GMT); gli analisti prevedono un aumento di 1,3 milioni di barili.
Per le scorte di benzina è previsto un calo di 1,0 milione di barili, mentre le scorte di prodotti raffinati, che comprendono il combustibile da riscaldamento ed il gasolio, dovrebbero essere scese di 2,1 milioni di barili.
Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi sono aumentate di 4,4 milioni di barili nella settimana terminata il 4 novembre, superando di gran lunga le aspettative dei mercati.
Le scorte di benzina sono scese di 3,6 milioni di barili, mentre le scorte di prodotti raffinati hanno mostrato un calo di 4,3 milioni di barili sulla settimana.
Intanto si attendono gli sviluppi sull’accordo per la riduzione della produzione.
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ha deciso di ridurre la produzione ad un range tra 32,5-33,0 milioni di barili al giorno, nell’ambito dei lavori della Forum sull’energia tenutosi in Algeria il mese scorso. Il gruppo di 14 stati ha dichiarato che l’accordo non verrà finalizzato fino al vertice di Vienna del 30 novembre.
Comincia a intravedersi la possibilità che i produttori escano a mani vuote dalle trattative in corso, dopo che Iraq, Iran, Nigeria e Libia si sono chiamati fuori da ogni eventuale riduzione della produzione. Anche la posizione non chiara della Russia alimenta l’incertezza.