MILANO (Reuters) - I broadcaster Usa sono strutturalmente destinati a fare meglio dei concorrenti europei, che neanche in caso di una vera ripresa economica del Vecchio Continente riusciranno a tornare ai fasti del passato.
D'altro canto, nonostante l'espansione di Internet, la Tv non sembra destinata a scomparire né come forma di intrattenimento, né come mezzo privilegiato di investimento pubblicitario, fattori in crescita su entrambre le sponde dell'Atlantico.
Sono le conclusioni di Bernstein Research che analizza le differenze nel settore Tv tra Usa ed Europa in uno studio intitolato "Gli americani vengono da Marte, gli europei da Venere", sulle orme di un famoso libro sulla diversità uomo-donna.
Bernstein mette in luce alcune differenze di fondo: la Tv è innanzitutto più centrale negli Usa, con un consumo del 30-50% maggiore da parte degli spettatori e investimenti pubblicitari pro capite 2-3 volte maggiori. Inoltre, le dimensioni degli Usa hanno portato alla ricerca di alternative nelle modalità di distribuzione dei contenuti e alla conseguente diversificazione delle fonti di ricavi, permettendo in particolare una larga penetrazione della Tv a pagamento (circa l'80% delle famiglie contro il 18-58% dei vari paesei europei).
PAY TV, DOMINANTE IN USA, PIU' SICURA DELLA FTA EUROPEA
"Le nostre stime sui media Usa restano nel complesso positive. Nel breve e medio termine, l'outlook positivo sulla salute del sistema pay, il consistente numero di abbonati e l'accesso a mercati internazionali offre significative opportunità di crescita per molte aziende. Nel lungo termine, i gruppi media dovranno navigare tra forme più complesse di distribuzione, ma non vediamo motivi per ritenere che non saranno in grado di adattarsi a un modello di business centrato sull'online se la distribuzione dei contenuti si sposterà in quella direzione", si legge nello studio. L'impatto della Tv OTT (over the top), ossia della Tv non lineare, appare dunque meno dirompente di quanto potrebbe essere in Europa dove nuovi player potrebbero occupare uno spazio ancora non interamente soddisfatto nella fornitura di contenuti a pagamento.
Le attese del broker sui titoli media europei, più piccoli e meno diversificati dei concorrenti Usa, sono più negative. "Nel breve e medio termine, la Tv generalista gratuita (FTA) (la tipologia più diffusa in Europa, ndr) è molto esposta al mercato pubblicitario che dipende dalle singole economie nazionali e comunque resta difficile, soprattutto in Francia e Italia. A più lungo termine, anche con una ripresa dell'economia, non pensiamo che i broadcaster FTA torneranno ai margini visti nei precedenti cicli", dice Bernstein che considera più protetti i grandi gruppi pay perché "un'ampia base clienti garantisce più potere di spesa, maggiori margini e meno volatilità".
Bernstein copre le Tv europee, con una prospettiva a cinque anni, in prevalenza con il giudizio "market-perform" (BSkyB, che è anche il titolo preferito, ITV, M6 e TF1)), mentre su Mediaset ribadisce "underperform" (con target 1,65 euro).
Negli Usa, il broker dà "outperform" a Discovery, Disney, Fox e Time Warner; assegna "marketperform" a AMC Networks, CBS, Scripps e Viacom.