Investing.com – Lo Stato della California ha deciso di dichiarare guerra alle auto inquinanti, iniziando da quelle prodotte dalla case automobilistiche quali Fiat (MI:FCHA), General Motors (NYSE:GM), Toyota e altri.
Lo stato californiano, infatti, ha deciso porre fine all’acquisto di auto delle case membri dell’associazione commerciale Global Automakers sostenitrice del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nell’impedire alla California di stabilire i propri standard di emissione, attualmente più severi di quanto previsto dall’amministrazione.
L’impatto economico della decisione potrebbe essere importante per Fca, in quanto la somma spesa dallo stato americano per l’acquisto di veicoli Fiat (MI:FCHA) era arrivato a 58,7 milioni di dollari tra il 2016 e il 2018, nettamente superiori ai 10,6 milioni relativi al marchio Toyota Motor e ai 9 milioni per quanto riguarda Nissan.
A partire dal mese di gennaio ci sarà la grande virata nelle politiche californiane in tema di auto. La California, infatti, acquisterà solo da produttori che rispettano i suoi standard sulle emissioni, con Ford (NYSE:F), Honda (T:7267), Bmw (DE:BMWG) e Volkswagen (DE:VOWG) che avevano stretto un accordo con lo stato californiano proprio per il rispetto dei limiti locali.
I vincoli californiani sono stati adottati anche da altri 13 Stati americani, mentre la California si era unita a 22 altri stati che avevano attaccato Trump per la sua decisione di revocare l’autorità legale della California in tema di autorità legale per il diritto a decidere le norme sulle emissioni di gas di scarico e chiedere mezzi a zero emissioni.
Intanto, prosegue il silenzio di Donald Trump in tema di dazi sul settore automobilistico, in quanto a quasi una settimana dallo scadere della proroga di sei mesi, l’amministrazione americana non ha ancora preso una decisione in tema mentre Trump non ha nemmeno scritto un tweet su questo.
“Prenderò una decisione ufficiale abbastanza presto. Sono stato completamente informato della situazione, per questo la mia scelta non tarderà ad arrivare”, aveva dichiarato Trump. Probabile che, come circola da giorni, il numero uno degli USA decida di rinviare questa decisione di altri 6 mesi, fino a maggio 2020 quindi.