Di Peter Nurse
Investing.com - I titoli azionari statunitensi apriranno in discesa questo venerdì, nei timori che la Russia sia pronta ad invadere l’Ucraina, il che potrebbe comportare severe sanzioni che potrebbero sconvolgere la ripresa globale dalla pandemia.
Alle 7 ET (12:00 GMT), i future Dow scendono di 230 punti, o dello 0,7%, i future S&P 500 vanno giù di 33 punti, o dello 0,8%, ed i future Nasdaq 100 vanno giù di 140 punti, o dell’1%.
Il consigliere alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, in un’intervista alla CNN ieri ha riferito che un’invasione russa dell’Ucraina potrebbe avvenire da un giorno all’altro ormai. Gli Stati Uniti e numerosi altri paesi occidentali hanno consigliato ai loro connazionali di lasciare l’Ucraina.
I Ministri delle Finanze del G7 questo lunedì hanno avvertito la Russia di “enormi” conseguenze economiche in caso di un’invasione dell’Ucraina.
“Un’ulteriore aggressione militare della Russia contro l’Ucraina vedrà una risposta rapida, coordinata e possente”, hanno scritto in una dichiarazione congiunta i Ministri delle Finanze del G7. “Siamo pronti ad imporre collettivamente sanzioni economiche e finanziarie che avranno conseguenze enormi ed immediate sull’economia russa”.
Probabilmente saranno sanzioni sul sistema finanziario russo, che renderanno difficile alle compagnie occidentali pagare le esportazioni petrolifere del paese costringendole a cercare forniture altrove, con un potenziale conseguente rialzo dei prezzi dell’energia.
I principali indici a Wall Street hanno chiuso in netto ribasso venerdì, con gli investitori già preoccupati per l’inflazione alle stelle, il peggioramento del sentimento dei consumatori e la paura di un aggressivo inasprimento della politica monetaria della Federal Reserve.
L’indice blue-chip Dow Jones Industrial Average ha chiuso giù di oltre 500 punti, o dell’1,4%, venerdì, con un calo dell’1% sulla settimana. L’S&P 500 ha registrato -1,9% nell’ultima seduta della settimana ed il Nasdaq Composite è crollato del 2,8%, con perdite settimanali rispettivamente dell’1,8% e di oltre il 2%.
I riflettori questa settimana saranno accesi in particolare sui verbali di mercoledì del vertice di gennaio della Fed, con gli investitori che cercheranno di capire se la banca centrale alzerà o meno i tassi di mezzo punto percentuale a marzo.
Tra le aziende, l’attenzione sarà rivolta a Lockheed Martin (NYSE:LMT) dopo che la società aerospaziale ha abbandonato l’idea di acquisire Aerojet Rocketdyne (NYSE:AJRD), cedendo alle pressioni dei regolatori antitrust che avevano avviato una causa per impedire l’accordo da 4,4 miliardi di dollari.
I prezzi del petrolio scendono, riducendo i guadagni precedenti dopo essere schizzati ai massimi di oltre sette anni.
La Russia è uno dei maggiori esportatori di petrolio al mondo e delle sanzioni sulla produzione potrebbero sconvolgere le scorte globali, proprio mentre l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ed i suoi alleati, inclusa la stessa Russia, faticano ad aumentare la produzione per far fronte alla ripresa della domanda.
Alle 7 ET, i future del greggio USA scendono dello 0,2% a 92,92 dollari al barile, dopo aver toccato il massimo dal settembre 2014, mentre il contratto del Brent segna -0,3% a 94,18 dollari, dopo aver raggiunto il massimo dall’ottobre 2014.
Intanto, i future dell’oro salgono dello 0,9% a 1.857,75 dollari l’oncia, mentre la coppia EUR/USD si attesta a 1,1310, giù dello 0,3%.