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Governo punta a raccogliere 1,5 mld euro da meccanismo compensazione energie rinnovabili

Pubblicato 04.02.2022, 17:42
Aggiornato 04.02.2022, 17:46
© Reuters. Diverse torri elettriche a Montalto di Castro. REUTERS/Max Rossi
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MILANO (Reuters) - Il governo prevede di raccogliere circa 1,5 miliardi di euro da un 'meccanismo di compensazione' per recuperare utili dai produttori di energia solare e rinnovabile in modo da contenere l'impennata dei prezzi energetici.

La misura, parte del più ampio decreto Sostegni entrato in vigore lo scorso mese, deve essere approvata dal parlamento entro 60 giorni o decadrà.

Il governo ha stanziato circa 10 miliardi di euro dallo scorso luglio per alleviare l'impatto del caro bollette, che ha messo alle strette numerose famiglie e imprese.

Il governo ha detto che il meccanismo di compensazione riguarderà le centrali solari che godono di generosi sussidi a tariffa fissa, in aggiunta agli alti prezzi di mercato alimentati dalla crisi del gas.

Questi sussidi costano ai consumatori circa 6 miliardi di euro l'anno in bolletta, ha detto il governo.

Tuttavia, la manovra ha irritato molti produttori e la lobby Italia Solare ha chiesto al governo di ritirare la misura, sostenendo che pone una seria minaccia per la transizione energetica in Italia e in Europa.

L'Italia intende installare almeno 8 gigawatt di nuova capacità rinnovabile ogni anno fino al 2030 per rispettare i target climatici e gli sviluppatori temono che il meccanismo possa rallentare il progresso.

Un meccanismo introdotto nel 2008 per recuperare gli utili legati a un'impennata dei prezzi del petrolio è stato dichiarato incostituzionale nel 2015.

Il meccanismo di compensazione si applica ai produttori di energia solare, con una capacità oltre i 20 kilowatt, che ricevono incentivi in base a un precedente programma di sussidi.

"La forte volatilità dei prezzi spot ha chiaramente reso instabile questo tipo di incentivi, generando margini extra per i produttori", dice il decreto.

Il meccanismo sarà applicato anche agli impianti di energia rinnovabile non sovvenzionati, come le centrali idroelettriche, che generano utili dagli alti prezzi di mercato ma non devono assumersi i costi dell'impennata dei prezzi del gas e dei certificati per le emissioni di Co2.

© Reuters. Diverse torri elettriche a Montalto di Castro. REUTERS/Max Rossi

In un recente report, Equita ha citato A2A (MI:A2) e Iren (MI:IREE) tra le aziende più penalizzate, con il 3% circa degli utili 'core' influenzato dalle misure.

Secondo il broker l'impatto sarà praticamente nullo per Enel (MI:ENEI) ed Erg, dato che hanno venduto produzione 'forward'.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Milano Sabina Suzzi)

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