LONDRA (Reuters) - I ricavi delle major petrolifere occidentali potrebbero essere penalizzati dai problemi del porto russo di Novorossiisk sul Mar Nero, che hanno costretto le compagnie a ridurre la produzione dei grandi giacimenti petroliferi del Kazakistan, evidenziando i crescenti rischi per l'offerta globale dopo l'invasione russa dell'Ucraina.
Chevron, Exxon Mobil (NYSE:XOM), Shell, TotalEnergies ed Eni (MI:ENI) sono tra le major internazionali con partecipazioni nei campi petroliferi del Kazakistan.
Oltre l'80% del greggio del paese dell'Asia centrale è esportato attraverso l'oleodotto Caspian Pipeline Consortium (Cpc) al porto di Novorossiisk, fornendo circa l'1,2% della domanda globale di greggio.
L'operatore del porto ha chiuso mercoledì due dei tre ormeggi del terminal Cpc, citando danni di una recente tempesta, anche se il carico ieri è parzialmente ripreso da uno degli ormeggi.
Chevron - l'operatore della maggiore venture petrolifera del Kazakistan, Tengizchevroil (Tco) - ha detto oggi che sta riducendo la produzione a causa di lavori di manutenzione non previsti a Novorossiisk.
La società non ha fornito ulteriori dettagli sull'entità dei tagli di produzione.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing XXX)