Investing.com - I futures dell’oro sono pressoché invariati questo mercoledì, mentre i traders continuano ad interrogarsi sulla tempistica di un eventuale aumento dei tassi di interesse statunitensi.
Gli investitori stanno cercando di capire quando la Federal Reserve deciderà di alzare i tassi di interesse per la prima volta in quasi un decennio, dopo i recenti report economici che hanno rivelato un quadro misto della crescita economica USA.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre scende di 1,60 dollari, o dello 0,14%, a 1.175,90 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata statunitense.
Ieri, l’oro è salito di 4,70 dollari, o dello 0,4%, per via del dollaro debole e dei crolli sui mercati azionari statunitensi che hanno fatto aumentare l’appeal del metallo prezioso.
Un dollaro debole in genere favorisce l’oro, poiché aumenta l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più economiche per i titolari di altre valute.
L’oro ha subito un’impennata al massimo di quattro mesi di 1.191,70 dollari la scorsa settimana tra le speculazioni che la banca centrale statunitense decida di non alzare i tassi fino al prossimo anno, speculazioni supportate dai report economici deludenti sulle vendite al dettaglio e sull’attività manifatturiera.
Tuttavia, i dati positivi sulle nuove costruzioni, sull’inflazione e sul sentimento dei consumatori hanno spinto gli investitori a ritenere che i policymaker della Fed possano decidere di non aspettare il prossimo anno per alzare i tassi.
Negli ultimi mesi, la tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Fed è stata un costante oggetto di discussione sui mercati. La banca centrale USA ha in programma altri due vertici di politica monetaria quest’anno: la prossima settimana e a dicembre.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a dicembre crolla di 2,4 centesimi, o dell’1%, a 2,342 dollari la libbra negli scambi della mattinata londinese, a causa del persistere dei timori per la domanda futura da parte della Cina, il principale consumatore della materia prima.
Nelle ultime settimane, il prezzo del rame è andato sotto forte pressione alla vendita tra i timori per un indebolimento economico globale scatenato dalla Cina, timori che hanno messo in guardia i traders e ridotto la propensione al rischio.
Col 40% della richiesta globale di rame lo scorso anno, la nazione asiatica è considerata è il principale consumatore mondiale del metallo rosso.