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Idee di investimento – Azioni – 16 luglio 2018

Pubblicato 16.07.2018, 11:04
Idee di investimento – Azioni – 16 luglio 2018
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Per il lungo termine le strategie concentrate sulla qualità e sulla selezione nei Paesi emergenti restano valide. Nel breve invece qualche chance nei settori finanziari e auto europei.

È relativamente poco fiducioso nei confronti del mercato azionario globale nel suo insieme. Suggerisce di non basarsi troppo sul VIX (l’indice che sintetizza la volatilità attesa dell’indice S&P500 di Wall Street), in quanto i suoi livelli correnti sono anomali e non permettono di costruire un portafoglio robusto per resistere alle future forti turbolenze di mercato. Eppure il Team International Equity di Morgan Stanley (NYSE:MS) Investment Management (MSIM) resta fiducioso sulle scelte del proprio portafoglio azionario globale.
“Durante la grande crisi finanziaria la nostra strategia azionaria globale di punta ha registrato un incremento degli utili nel periodo 2007-2009. I multipli si sono contratti ma solo per un breve periodo. Nel 2010 il portafoglio era tornato ai massimi del 2007 rispetto al mercato che aveva chiuso in perdita per sei anni, considerando anche il reinvestimento dei dividendi, prima che l’MSCI World si riportasse sul livello del 2007 a fine 2013” rivela nell’articolo Azionario globale, la qualità permette di conservare il capitale nel lungo termine il Team. Secondo il quale, i propri portafogli sono ben posizionati in caso di eventi fortemente destabilizzanti e la fiducia si basa soprattutto sulle posizioni detenute in due settori: i beni di consumo primari e l’informatica (IT).

LE POTENZIALITA’ DI BLOCKCHAIN E CLOUD

D’altra parte, qualsiasi turbolenza economica potrebbe fornire una spinta al trend già in atto nell’hi tech dal momento che si tratta di tecnologie che migliorano la produttività. In questo ambito, le indicazioni formulate nell’articolo Settore azionario hi tech, le potenzialità di blockchain e cloud da Mark Hawtin, investment director settore azionario tecnologico di GAM Investments sono riassumibili così: una minore fiducia verso le big company internet alla luce delle note questioni legate alla privacy dei dati e, in parallelo, una spiccata attenzione verso la blockchain, la digitalizzazione, e il tema del cloud. “Le società tradizionali possono operare una digitalizzazione più efficiente grazie all’impiego di nuove tecnologie, aspetto che abbiamo riscontrato soprattutto con la digitalizzazione dei vecchi sistemi da parte dei governi, come ad esempio il test sicurezza dei veicoli del ministero dei trasporti del Regno Unito” spiega l’esperto. Che, inoltre, rivela di aver mantenuto l’esposizione in portafoglio al tema del cloud e della collaborazione tramite cloud. Le ragioni? Sia le infrastrutture comunicative immagazzinate all’interno del cloud e sia il segmento relativo all’immagazzinamento dei dati continuano a registrare un significativo incremento della domanda, che risulta addirittura superiore all’offerta. “Relativamente alla blockchain, intesa come tecnologia, siamo persuasi che sia in grado di offrire molteplici opportunità in vari settori e applicazioni mentre l’attenzione dei media è concentrata solo sulle criptovalute. La blockchain può automatizzare i processi basati sulla fiducia, rimpiazzando quindi intermediari e transazioni” puntualizza Mark Hawtin.

WALL STREET IN POLE POSITION

Intanto Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, come spiegato nell’articolo Azioni, BlackRock meno positiva su Europa e Giappone, non ha cambiato idea sulle azioni, che continua a prediligere rispetto al reddito fisso. Tuttavia preferisce ridurre l’esposizione al rischio all’aumentare dell’incertezza. E, come diretta conseguenza, ha ridimensionato le proprie valutazioni azionarie più convincenti declassando l’Europa e il Giappone. Lo strategist preferisce le azioni statunitensi, caratterizzate da una crescita degli utili senza precedenti rispetto ad altre regioni. All’esperto piacciono ancora le azioni dei mercati emergenti, in particolare l’Asia emergente, ma sta diventando più selettivo alla luce dei crescenti rischi commerciali, dell’inasprimento delle condizioni finanziarie e di un dollaro più forte. “Riteniamo che le valutazioni dei titoli emergenti siano divenute convincenti dopo il recente selloff (vendita sul mercato senza limiti di quantità e di prezzo). L’incremento dei profitti degli utili dei mercati emergenti è ancora sostenuto dall’espansione globale, dalla crescita solida in Cina e da un percorso ben definito della politica monetaria della Federal Reserve” dichiara Richard Turnill.

CINA E COREA SPINGONO GLI EMERGENTI

Anche secondo Jan Boudewijns, Head of Emerging Equity Management di Candriam Investors Group, le attuali quotazioni dei titoli dei mercati emergenti rappresentano un’opportunità per gli investitori di lungo periodo. “Pur riconoscendo che il nuovo contesto abbia aumentato la volatilità generale sui mercati e che la selezione dei Paesi, dei settori e dei titoli rimarrà importante, diversi fattori supportano il nostro ottimismo relativo sui mercati emergenti nel medio e lungo termine” tiene a precisare nell’articolo Azionario emergente, crescita maggiore da Cina e Corea del Sud. I settori più promettenti: IT, materiali ed energia Jan Boudewijns secondo il quale la crescita più forte degli utili proverrà dall’Asia (principalmente Cina e Corea del Sud) e dai settori dell’IT, dei materiali e dell’energia”.

DAZI COMMERCIALI, UN ASSIST ALL’AZIONARIO ASIA

Restando nei mercati emergenti, nell’articolo Azionario Asia, i dazi commerciali forniscono un assist alle strategie contrarian si spiega perché il rialzo dei tassi USA, il rafforzamento del dollaro e i dazi di Trump abbiano frenato l’azionario Asia. E perché, il contesto che si è venuto a creare sembra offrire interessanti occasioni di investimento. Krishan Selva, Client Portfolio Manager, azionario mercati emergenti presso Columbia Threadneedle Investments parlando delle scelte di portafoglio, preferisce infatti assumere un atteggiamento poco influenzato dalle dichiarazioni dei politici. “Anzi in questo contesto siamo persuasi che il pessimismo del mercato a breve termine possa offrire alcune interessanti opportunità. Questo approccio, infatti, risulta particolarmente vantaggioso per la nostra strategia contrarian asiatica e ci permette di investire in società di crescita qualitativa a prezzi ragionevoli”, conclude l’esperto.

AUTO E BANCHE EUROPEE

Infine, per quanto riguarda il Vecchio Continente va segnalato l’articolo Azionario Europa, banche e auto sono i settori caldi. Secondo gli esperti di Credit Suisse entrambi i settori, banche e auto, dell’azionario Europa sono sottovalutati e proiettati a potenziali overperformance rispetto al mercato. Il settore bancario offre buoni dividendi e, in base alla combinazione degli indici PMI e i Bund dovrebbe avere quotazioni superiori del 20% rispetto agli attuali livelli. I titoli del settore auto, invece, vantano un rapporto prezzo / utili (p/e) molto economico, rispetto al resto del mercato come non è mai stato negli ultimi 12 mesi e, inoltre, sono ancora ipervenduti.


** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge


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