Di Mauro Speranza
Investing.com – Periodo negativo per Intesa Sanpaolo (MI:ISP) che vede il taglio del rating da parte dell'agenzia Fitch, dopo che ieri la Guardia di Finanza si era recata nella sede della banca torinese su richiesta dell'Antitrust in relazione all'ops su Ubi Banca (MI:UBI).
Gli analisti di Fitch hanno ridotto di un livello il rating a lungo termine senior preferred (unsecured) di Intesa Sanpaolo, riducendo a “BBB-” rispetto al precedente “BBB”, mentre il rating di breve termine è stato portato a “F3” rispetto al “F2” anteriore. Inoltre, gli esperti dell'istituto hanno tagliato i rating IDE (Issure Default Rating) di breve termine della banca guidata da Carlo Messina.
La decisione di Fitch arriva dopo che a fine aprile aveva deciso di bocciare i BTP italiani portando la valutazione del debito pubblico del nostro paese a un gradino appena sopra il livello junk, ovvero spazzatura.
Questa decisione ha influenzato il giudizio di Fitch sulle banche italiane, con questi esperti che hanno ridotto il loro rating anche su Ubi Banca, Unicredit (MI:CRDI) e Mediobanca (MI:MDBI).
In particolare, il rating di Mediobanca è stato ridotto a 'BBB-' da 'BBB', mentre quello su Ubi Banca è sceso a 'BB+' dal precedente 'BBB-'. Per quanto riguarda Unicredit, il rating di lungo termine è stato tagliato a 'BBB-' dal precedente 'BBB' e quello di breve termine ha visto la modifica in 'F3' da 'F2', mentre il viability rating è stato cambiato in 'BBB-' dal precedente 'BBB'.
“A nostro avviso, i rating di lungo termine di Unicredit Mediobanca e Intesa Sanpaolo non dovrebbero essere superiori a quello del debito sovrano italiano”, hanno spiegato da Fitch.
“Per Intesa e Mediobanca il motivo risiede nel fatto che le loro attività sono prevalentemente domestiche e, di conseguenza, i loro rating IDR e VR (Viability Ratings) sono altamente condizionati dal profilo di rischio dell’economia domestica e dal rischio sovrano che, a loro volta, sono colpiti in modo significativo dagli effetti economici della pandemia del coronavirus”, aggiungevano dall'agenzia di rating.
La 'visita' della Guardia di Finanza
Nella giornata di ieri la Guardia di Finanza si era recata nella sedi di Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e Mediobanca quale advisor della banca torinese, per acquisire documenti e informazioni relativi all'ops su Ubi.
L'operazione è stata fatta su richiesta dell'Antitrust, col fine di “verificare i possibili effetti sulle dinamiche concorrenziali nei mercati bancari, finanziari e assicurativi, nazionali e locali”.
Dall'Antitrust temono che l'ops possa tradursi nella “creazione” o nel “rafforzamento di una posizione dominante in alcuni mercati provinciali della raccolta, degli impieghi alle famiglie consumatrici e degli impieghi alle famiglie produttrici-piccole imprese, nei mercati degli impieghi alle imprese medio-grandi e degli impieghi agli enti pubblici, nei mercati nel settore del risparmio gestito, nel mercato del risparmio amministrato, nonché nei mercati assicurativi, tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza”.
Inoltre, spiega ancora l'Antitrust, l'operazione farebbe venir meno “la sostanziale simmetria” fra Intesa e UniCredit, in quanto la prima, con Ubi Banca, riporterebbe una crescita significativa rispetto alla seconda.