Di Senad Karaahmetovic
La decisione sui tassi della Federal Reserve statunitense è prevista per oggi alle 19:00 CET. Lo strumento Fed Rate Monitor di Investing.com vede il 90% di probabilità che la Fed aumenti i tassi di 25 punti base.
Un dato, questo, in linea con le aspettative di JPMorgan Chase (NYSE:JPM) i cui analisti hanno notato che "la maggior parte delle conversazioni con i clienti negli ultimi giorni ha riguardato la decisione odierna della Fed".
"25 punti base sembrano il risultato più probabile e migliore", hanno scritto gli analisti nel briefing mattutino, aggiungendo che questo sembra "il percorso più sicuro per la Fed date le aspettative del mercato".
Una pausa, infatti, potrebbe essere vista "come la convinzione della Fed che il contagio finanziario sia un problema più grande di quanto si pensasse inizialmente".
Al contrario, un rialzo di 0,5 punti percentuali sarebbe "uno shock per i mercati", dato che Powell ha preferito prendere esattamente ciò che il mercato ha prezzato", hanno osservato gli analisti.
"Dato il funzionamento relativamente regolare dei mercati dei finanziamenti a breve termine, perché rischiare di sconvolgerli quando qualsiasi azione della Fed verrebbe vista come un ulteriore QE, potenzialmente in grado di scongelare le condizioni finanziarie", chiedono da JPM.
Un rialzo di 25 punti percentuali consente alla Fed di "continuare la lotta all'inflazione separando i vari strumenti a sua disposizione", rispondono dalla banca.
Sebbene un rialzo dei tassi di 25 punti percentuali sembri l'ipotesi più reale per la giornata di oggi, secondo JPMorgan "la domanda più grande che rimane è il rialzo di oggi rappresenti la fine del ciclo di rialzi".
La posizione di JPM si scontra la view di Goldman Sachs (NYSE:GS), secondo il quale la Fed farà una pausa nell'aumento dei tassi a causa delle stress del sistema bancario, dato che i mercati non sembrano del tutto convinti che gli sforzi fatti per sostenere le banche medio piccole siano sufficienti.
Secondo Goldman il problema dell'inflazione appare oggi "meno urgente rispetto all'estate scorsa", visto che le aspettative di inflazione a breve termine sono "diminuite drasticamente" e quelle a lungo termine "sono rimaste ancorate".
Inoltre, il legame tra un singolo rialzo dei tassi di 25 pb e l'inflazione futura "è molto tenue", con la Fed che può tornare in pista rapidamente se necessario, e lo stress bancario potrebbe avere "effetti disinflazionistici".
In merito al dot plot, Goldman Sachs si aspetta che la proiezione mediana per il 2023 aumenti "di 25 pb fino a un picco del 5,375% e che rimanga su un percorso leggermente più lungo con 75 pb (rispetto ai 100 pb di dicembre) di tagli nel 2024 al 4,625%".
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