Di Geoffrey Smith
Il titolo della compagnia madre di British Airways, Iberia e Vueling si piazza in fondo agli indici di riferimento sia nel Regno Unito che in Spagna dopo i primi scambi di questo mercoledì, dopo aver firmato una dichiarazione d’intenti per l’acquisto di 200 Boeing 737 MAX, compreso il modello 737-8 coinvolto in due incidenti mortali nel corso dell’ultimo anno.
Il voto di fiducia sull’ex gallina dalle uova d’oro di Boeing, rimasta a terra in tutto il mondo da marzo, ha scatenato un’impennata di sollievo del titolo di Boeing ieri, con un rimbalzo del 5% al massimo di oltre un mese.
Ma alle 04:30 ET (08:30 GMT), il titolo di IAG crolla del 4,5% a Londra e del 4,6% a Madrid, mentre il britannico FTSE scende dello 0,3% e l’Ibex 35 è in calo dello 0,5%. L’indice di riferimento Euro Stoxx 600 va giù di 1,5 punti, o dello 0,4%, a 383,8, in consolidamento dopo l’impennata innescata ieri dalle parole del Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi.
La portata dell’accordo e l’ovvio bisogno di Boeing di buona pubblicità per far riprendere le vendite moribonde suggeriscono che IAG avrà gli aerei ad un buon prezzo rispetto al prezzo di listino di Boeing, sebbene il breve comunicato stampa della compagnia non ne faccia menzione.
Ma se la compagnia sta per stringere un accordo tanto buono perché il titolo è in discesa? Il rischio di investire denaro su un aereo che non è autorizzato a volare sembra ridotto, dato che le consegne sono previste tra il 2023 ed il 2027. E questo sicuramente consentirà a Boeing di avere abbastanza tempo per soddisfare persino i regolatori e le compagnie aeree più scrupolosi. (Va ricordato inoltre che l’ordine è composto da 737-8 e anche dal modello 737-10, che non presenta rilevanti problemi di sicurezza).
Inoltre, tutto quello che è stato firmato è solo una dichiarazione d’intenti che, come si legge, è “soggetta ad approvazione ufficiale”. Non è chiaro se IAG abbia già investito dei soldi in questa fase o se avrà bisogno di farlo se qualcuno dei cupi scenari temuti per i 737 MAX dovesse avverarsi.
Desta più preoccupazione forse il radicale allontanamento da Airbus, il suo fornitore preferito degli ultimi anni, soprattutto per le operazioni a corto raggio, con tutti i rischi operativi connessi.
Ma la grande dimensione dell’ordinativo è forse il principale motivo del calo del titolo. Il limite superiore rappresenterebbe oltre un terzo della flotta esistente di IAG. Anche se alcuni aerei ovviamente andranno a sostituire quelli più vecchi, l’ordine sembra preparare il terreno ad un’ulteriore espansione della capacità in un mercato europeo già inondato di aerei.
E c’è anche una spiegazione più machiavellica, sebbene magari non la più probabile. Nell’aumentare le sue opzioni, l’amministratore delegato di IAG Willie Walsh ha chiarito che non avrà mai bisogno di comprare la rivale Norwegian Air Shuttle (OL:NWC) per soddisfare le sue ambizioni di crescita. E questo rimuove un altro supporto al malconcio titolo dell’operatore low-cost, che ha segnato un minimo di otto anni la scorsa settimana. Walsh di recente ha smentito le voci di un suo interesse per l’acquisizione di Norwegian ma resta il fatto che, indirettamente, l’ordine fa aumentare le probabilità che IAG possa rilevare la sua giovane flotta ad un prezzo stracciato in futuro, e a quel punto potrebbe anche decidere di annullare l’ordinativo di Boeing.