Nonostante la possibilità di altri scossoni, secondo gli esperti di Natixis non è il momento di abbandonare l’azionario. Sul fronte obbligazionario attesa una stabilizzazione dei rendimenti
La reazione della Cina all’annuncio dei nuovi dazi del 10% sui restanti 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi negli Usa a partire dal primo settembre non si è fatta attendere. Pechino ha infatti sospeso le importazioni di prodotti agricoli statunitensi, agevolando il calo dello yuan fino a superare il livello psicologico chiave di 7 dollari nel fixing Usd/Cny. “La mossa della People’s Bank of China di consentire allo yuan di spingersi oltre il livello chiave di 7 potrebbe essere considerata come una ferma presa di posizione che allontana un possibile accordo tra Cina e Stati Uniti, soprattutto alla luce della definizione di ‘manipolatore di valuta’ prontamente richiamato dal Dipartimento del Tesoro americano” dichiara Esty Dwek, Head of Global Market Strategy Dynamic Solutions di Natixis Investment Managers.
CAMBIO USD/CNY VERSO UNA STABILIZZAZIONE INTORNO A 7
La quale, tuttavia, ritiene probabile che i policy maker cinesi mantengano la valuta relativamente stabile rispetto ai livelli attuali, senza quindi nessuna significativa svalutazione. Al contempo, Esty Dwek, che non esclude qualche ulteriore ritorsione da parte del colosso asiatico nel caso in cui fossero imposte nuove tariffe a settembre, si aspetta stimoli monetari e fiscali più mirati per gestire il rallentamento dell’economia cinese in un contesto globale che sembra sempre in difficoltà. In ogni caso, specifica l’esperta, la situazione potrebbe tendere ad un graduale miglioramento nel momento in cui il cambio Usd/Cny si stabilizzi intorno a 7 o al di sotto di tale soglia...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge
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