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Mps tracolla ai minimi storici. Banche deboli

Pubblicato 17.01.2019, 09:50
Aggiornato 17.01.2019, 09:50
© Reuters.  Mps tracolla ai minimi storici. Banche deboli

Investing.com - Prosegue il calo di Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS) che cede il 2% dopo pochi minuti dall’apertura e scende a 1,216 euro per azione, sui minimi storici. Il titolo è giunto alla sua quinta seduta in rosso consecutiva, con un calo complessivo di circa il 20%. Torna a crescere leggermente lo spread, che supera quota 256 punti.

Male anche gli altri titoli bancari, con il FTSE Italia All Share Banks che cede l’1%, sottoperformando il Ftse Mib, in calo dello 0,50%.

Tra i peggiori a Piazza Affari troviamo Finecobank (MI:FBK), Unicredit (MI:CRDI), Banco Bpm (MI:BAMI), Banca Piccolo Credito Valtellinese (MI:PCVI), Ubi Banca (MI:UBI), Intesa Sanpaolo (MI:ISP) con una flessione dell’1%.

Negativa anche Bper Banca (MI:EMII), con il Corriere della Sera che rilancia l’ipotesi allo studio da parte del Governo di un coinvolgimento nella fusione con Mps, insieme a Bpm (MI:PMII). Al posto di Bper Banca, l’alternativa sarebbe rappresentata da Ubi Banca.

Il costo per la creazione di quello che viene denominato “terzo polo” bancario (dopo Unicredit e Intesa Sanpaolo) potrebbe essere di circa 2,5 - 3 miliardi.

Secondo il punto di vista dei banchieri, però, il momento non sarebbe adatto per le fusioni, in quanto Banco Bpm e Ubi starebbero puntanto più sui ricavi.

Inoltre, dubbi sull’operazione arrivano anche da Alberto Bagnai, economista della Lega e presidente della Commissione Finanze del Senato, in un’intervista per MF.

“La strada delle fusioni, via moral suasion della Vigilanza, in passato non ha sempre avuto esiti brillanti”, spiega Bargnai, pertanto “occorre quindi cautela”.

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“Dobbiamo però interrogarci su quali scenari siano praticabili nell’attuale contesto normativo europeo, che insieme con altri economisti della Lega ho criticato fin da quando era in fase di elaborazione. Questo approccio è viziato da un’ipocrisia di fondo: la ricerca di soluzioni di mercato, per evitare usi opportunistici delle garanzie pubbliche, urta col fatto che quando gli istituti in crisi sono realmente sistemici l’intervento statale è inevitabile. Il problema del «too big to fail», insomma, non è risolto da queste norme e non lo si risolverà certo a colpi di fusioni”, ha aggiunto Bargnai.

Sul tema Mps è intervenuta anche la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, in un'intervista al Sole24ore, relativamente alla scadenza di marzo del programma di garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs) che la commissaria ha negoziato con l'allora ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

"Credo abbia funzionato molto bene. Le sofferenze sono un problema per i bilanci bancari e per l'economia nel suo insieme”, ha detto Vestager. “Il meccanismo ideato per ridurre il peso dei crediti inesigibili nei bilanci creditizi ha avuto bisogno di tempo per andare a regime, ma ora si dimostra molto efficace. La decisione sul rinnovo è al governo italiano". Il meccanismo ha riscosso interesse anche in altri paesi. "Sì, perché l'Italia non è l'unico paese a soffrire di un elevato ammontare di sofferenze bancarie. Ma in altri paesi i crediti inesigibili sono più settoriali e quindi l'approccio è stato diverso".

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