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Prenotazioni cancellate, stanze vuote: il coronavirus colpisce il turismo

Pubblicato 05.03.2020, 12:43
Aggiornato 05.03.2020, 12:45
Prenotazioni cancellate, stanze vuote: il coronavirus colpisce il turismo
CCL
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di Elisa Anzolin e Josephine Mason e Maya Nikolaeva

MILANO/LONDRA/PARIGI (Reuters) - Judith Boulbain dirige un piccolo hotel nel cuore di Venezia e deve tornare indietro con la memoria di quasi vent'anni, agli attacchi dell'11 settembre 2001, per ricordare un momento altrettanto buio per gli affari.

A meno di un mese dalle vacanze di Pasqua che nelle località turistiche normalmente riempiono gli alberghi, la proprietaria dell'Hotel San Samuele si è vista cancellare oltre l'80% delle prenotazioni, e di nuove nemmeno l'ombra.

Il coronavirus, comparso inizialmente nella città di Wuhan nella Cina centrale alla fine dell'anno scorso, si è diffuso in tutto il mondo e ora il numero giornaliero di nuovi casi fuori dalla Cina è più alto che nel paese asiatico.

L'Italia è il paese più colpito in Europa, con oltre 3.000 casi confermati e oltre 100 persone morte, e ha deciso di chiudere scuole, cinema e teatri per contenere la diffusione dell'epidemia.

"La gente ha paura, alcune persone sono partite prima del previsto, altre non si sono presentate affatto, altre ancora hanno chiamato per chiedere un rimborso", spiega Boulbain, 46 anni, di origine francese, che lavora a Venezia nel settore alberghiero da quasi 25 anni e gestisce l'Hotel San Samuele dal 2006.

I problemi che deve affrontare Boulbain sono solo un esempio del caos in cui versa il turismo a livello globale, tra aziende che limitano i viaggi dei dipendenti, cancellazioni di importanti fiere e turisti che decidono di non partire o rinviare i loro piani.

IL PESO DEL TURISMO

La rapida diffusione del virus ha portato al crollo del turismo - un settore che conta per oltre il 10% della crescita economica globale - in quella che si ritiene una delle sue peggiori crisi, secondo oltre una dozzina di esperti del settore, proprietari di hotel e tour operator.

Viaggi e turismo danno lavoro a circa 319 milioni di persone, pari al 10% dell'occupazione mondiale totale nel 2018, secondo il World Travel and Tourism Council (WTTC). I viaggi di piacere rappresentano quasi l'80% del totale, mentre quelli d'affari contano per il 20%, secondo l'organizzazione.

Tra le più colpiti dall'inizio dell'epidemia ci sono le compagnie aeree, ma anche i gruppi alberghieri come Hyatt Hotels Corp, gli operatori di navi da crociera come Carnival Corp (LON:CCL) e i tour operator come TUI sono in difficoltà.

"Non sappiamo quando tutto questo finirà", commenta Boulbain.

PROSPETTIVE CUPE

Il quadro dipinto dagli esperti è desolante a breve termine.

Tourism Economics, società di consulenza di Oxford Economics, stima che i viaggi internazionali possano ridursi dell'1,5% quest'anno, il primo calo dal 2009, culmine della crisi finanziaria globale. Durante l'epidemia di SARS del 2003, i viaggi registrarono un calo appena dello 0,3%.

Con la Cina al centro del focolaio, il Tourism Economics prevede che la regione Asia-Pacifico sarà l'area più colpita, con un crollo del 10,5% degli arrivi nel 2020.

La società mette in evidenza come negli ultimi dieci anni le persone siano diventate più resilienti alle crisi sanitarie e in media, una volta contenuta un'epidemia, riprendano rapidamente viaggi e vacanze.

Tuttavia, il coronavirus non ha precedenti nella sua diffusione geografica. La società di consulenza usa la SARS come parametro di riferimento, aspettandosi quindi che il virus sia contenuto entro la prima metà dell'anno.

In tale scenario, i viaggi dovrebbero riprendere intorno a luglio, ma dovremmo aspettare almeno fino al 2021/22 prima che il settore mostri una completa ripresa, spiega a Reuters David Goodger, managing director di Tourism Economics per l'Europa e il Medio Oriente.

"Se la diffusione del coronavirus dovesse continuare, gli impatti sul turismo potrebbero durare più a lungo ed essere molto più gravi di quelli della SARS", spiega ancora la società di consulenza nello studio pubblicato questa settimana.

EFFETTO A CATENA

L'epidemia di coronavirus sta avendo un effetto a catena che va oltre il turismo. Le attività e i negozi intorno all'hotel di Tenerife, dove centinaia di turisti sono bloccati in quarantena dal 24 febbraio, sono in difficoltà a causa del brusco calo nella clientela.

Beverley Veness, parrucchiera proprietaria da sette anni del salone "Bamboo" all'interno in un centro commerciale di fronte all'hotel H10 Costa Adeje Palace, spiega che la sua attività ha subito "un grave colpo".

"La settimana scorsa probabilmente ho avuto tanti clienti quanti ne avrei avuti normalmente in due ore", dichiara a Reuters, mostrando l'agenda degli appuntamenti vuota.

Per convincere i clienti a effettuare prenotazioni per la fine dell'anno, molte catene alberghiere tra cui Melia Hotels, Pangea Group e B the Travel Brand in Spagna hanno annunciato sconti e un allentamento delle politiche di cancellazione.

Con le prenotazioni per i prossimi mesi drasticamente ridotte, Ca' Pagan, hotel boutique nel centro di Venezia, ha deciso di offrire uno sconto sulle camere fino al 60% a marzo e fino al 30% ad aprile.

"Vediamo arrivare solo qualche italiano, nessuno straniero", spiega il proprietario Giacomo Busatto.

Queste misure per attrarre i clienti potrebbero alla fine allettare i turisti, che però verosimilmente preferiranno prendere decisioni all'ultimo minuto per vedere come evolve la situazione.

"Non sappiamo per quanto tempo possiamo andare avanti così. Ci stiamo rimettendo. Abbiamo già avuto un'acqua alta eccezionale a novembre, cos'altro dobbiamo aspettarci? La peste?" dice Boulbain.

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