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S&P 500 in calo, la guerra in Ucraina fa temere per l’inflazione

Pubblicato 03.03.2022, 22:26
© Reuters
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By Yasin Ebrahim

Investing.com – L’indice S&P 500 ha chiuso in calo gli scambi di giovedì, gli investitori si sono diretti verso i settori difensivi del mercato, nei timori che l’invasione russa dell’Ucraina faccia aggravare ulteriormente l’inflazione.

L’indice S&P 500 è sceso dello 0,5%, il Dow Jones Industrial Average ha segnato -0,3%, o -93 punti, mentre il Nasdaq Composite è in calo dell’1,6%.

Il settore utilty, decisamente difensivo, ha segnato i maggiori rialzi, mentre gli investitori hanno valutato la possibilità di ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi di petrolio, frumento e altri metalli preziosi.

Il petrolio è salito brevemente sopra o 116 dollari al barile, portando la benzina sopra i 5 dollari al gallone in alcune zone degli USA.

Powell ha dichiarato in testimonianza davanti al Senato che ci si aspetta “ancora per un po’” una pressione dall’inflazione ed ha segnalato il rischio che la crisi in Ucraina possa prolungare i problemi delle catene di approvvigionamento, uno dei fattori determinanti dell’inflazione.

Intanto ci sono stati dei progressi nei dialoghi tra Russia e Ucraina in quanto i due paesi hanno deciso di organizzare dei corridoi umanitari per permettere l’evacuazione dei civili e l’invio di aiuti umanitari.

Tuttavia, il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che “il peggio deve ancora venire” in Ucraina in quanto Putin è totalmente determinato a prendere il “pieno controllo” attraverso misure diplomatiche o militari.

In rosso quasi tutti i titoli del comparto tech,  Intel (NASDAQ:INTC) scende più dell’1% dopo che Morgan Stanley ha declassato il titolo da equal weight a underweight ed ha tagliato il price target a 47 dollari da 55, a causa di “opportunità più più fattibili altrove”.

Snowflake (NYSE:SNOW) crolla del 15% dopo il rilascio di risultati trimestrali migliori delle attese ma anche di previsioni scoraggianti.

Best Buy (NYSE:BBY) schizza del 9% nonostante le entrate trimestrali e le previsioni al di sotto delle stime degli analisti.

Ora si attende il report mensile sull’occupazione che si prevede possa mostrare la creazione di 600.000 posti di lavoro il mese scorso. 

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