Investing.com - Piovono acquisti sui titoli energetici, sulla scia del rialzo del prezzo del greggio che torna a 55 dollari al barile, mentre il Brent viene scambiato sopra quota 63.
A Piazza Affari l’indice FTSE Italia All Share Basic Resources guadagna oltre il 2%, performance nettamente superiore a quella del Ftse Mib (+0,70%).
Crescita del 2,50% per Tenaris (MI:TENR) e saipem (MI:SPMI), mentre Saras (MI:SRS) e Eni (MI:ENI) aggiungono oltre l’1%. In Europa restano in verde anche Technip (PA:FTI), Royal Dutch Shell PLC Class A (AS:RDSa), Total (PA:TOTF) e BP (LON:BP).
Aumentano le tensioni geopolitiche nel Medioriente nella giornata di oggi, sostenendo così il prezzo del petrolio. “Si tratta di una combinazione di più fattori”, sottolinea Olivier Jakob, analista di Petromatrix. “Ci sono dati positivi riguardanti le scorte, la Fed che indica un possibile taglio dei tassi e l’abbattimento del drone statunitense”, spiega Jakob.
Gli attacchi militari
La notizia di oggi che muove il mercato, infatti, riguarda l’abbattimento di un drone militare USA da parte dell’Iran, evidenziando rischi di un conflitto tra le due nazioni.
Il drone era stato colpito da un missile terra-aria in corrispondenza dello stretto di Hormuz, secondo quanto riferito da un funzionario statunitense.
L’abbattimento del drone si aggiunge ai due attacchi a infrastrutture petrolifere accaduti ieri in Libia e Iraq.
Nel dettaglio, nella mattinata di ieri erano stati colpiti uffici dell’Eni, della ExxonMobil (NYSE:XOM) e dell’olandese Shell in un compound vicino Bassora, nel sud dell’Iraq.
In Libia, un attacco aereo aveva danneggiato un deposito di proprietà della libica Mellitah Oil & Gas, joint-venture tra Eni e la National Oil Corporation (NOC).
I dati sulle scorte e il meeting dell’Opec
Ieri sono stati rilasciati i dati sulle scorte da parte dell’Eia, evidenziando un calo di 3,1 milioni di barili, rispetto a 1,1 milioni previsti dagli esperti.
Il mercato, inoltre, attende il meeting dell’Opec+ che si terrà l’1 e il 2 luglio, col fine di valutare l’estensione fino a tutto il 2019 dell’accordo sul taglio alal produzione di 1,2 milioni di barili al giorno, accordo che è in scadenza a fine mese.
La conferma era stata definita “logica e ragionevole” dal ministro dell’energia degli Emirati Arabi Uniti, rendendo sempre più probabile il prolungamento dei tagli.