BARI (Reuters) - Rimane sotto sequestro un'area del cantiere del gasdotto Tap a Melendugno, in Puglia.
Lo ha deciso il gip del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine, che ha rigettato la richiesta di dissequestro che era stata depositata dall’azienda Trans Adriatic Pipeline, secondo quanto riporta una fonte investigativa.
L'infrastruttura, contestata dal moVimento 5 Stelle e dalle comunità locali, servirà a portare in Europa il gas dall'Azerbaigian.
La scorsa primavera erano stati espiantati in quell'area 445 ulivi, in modo da far partire i lavori di scavo del tracciato del gasdotto.
Secondo il tribunale, è necessario effettuare nuovi accertamenti per verificare se il perimetro interessato ricade in zona di particolare interesse naturalistico e se si è venuti meno ad alcune prescrizioni contenute nella Valutazione di impatto ambientale (Via).
Più in generale sull'infrastruttura, il ministero dell'Ambiente a breve dovrà esprimere una parola definitiva in merito al proseguo dei lavori, in seguito ai rilievi di natura ambientale mossi dal sindaco di Melendugno Marco Potì riguardo all'approdo di San Foca, a causa anche della presenza della pianta acquatica poseidonia nell'area.
In ogni caso, da un vertice tenutosi la scorsa settimana alla presenza del premier Giuseppe Conte è emerso che lo stop all'infrastruttura avrebbe dei costi molto elevati in termini di penali e questo rende molto difficile da parte del governo bloccare la conclusione dei lavori.
Se il Movimento 5 Stelle tradizionalmente si è opposto alla costruzione del Tap, l'altro partito di governo, la Lega, si è dichiarato favorevole.