Di Mauro Speranza
Investing.com – Sembra non fermarsi il recupero del prezzo del petrolio, sostenendo i titoli petroliferi di Piazza Affari. Il WTI, infatti, torna sopra i 15 dollari al barile grazie al +16% di oggi, mentre il Brent supera i 26 dollari.
La crescita dei prezzi del petrolio è sostenuta dal dato sulle scorte diffuso ieri, con una crescita di 9 milioni di barili, inferiore alle previsioni di 11 milioni di barili.
A Piazza Affari resta protagonista Tenaris (MI:TENR) con una crescita superiore al 3%, seguita da Saipem (MI:SPMI) con un +1%. In rosso, invece, Eni (MI:ENI) (-0,36%) e Saras (MI:SRS) (-1,40%).
La trimestrale di Tenaris
Tenaris ha rilasciato i dati prima dell'apertura del mercato, segnalando un calo del 6% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019, in leggera crescita (+1%) se confrontato col trimestre precedente, in perdita di 666 milioni a causa di svalutazioni per 622 milioni di dollari.
Inoltre, l'ebitda è diminuita del 4% su base trimestrale, scendendo a 280 milioni di dollari, inferiore ai 293 milioni del consensus, mentre la società ha annunciato 220 milioni di riduzione di costi fissi entro fine anno.
Secondo gli esperti di Equita, il gruppo ha registrato un primo trimestre sostanzialmente in linea con le attese, al netto delle valutazioni, “con un solido free cash flow, ma l'outlook per il 2020 è molto debole e inferiore alle attese".
Shell taglia il dividendo
Decisione storica per Shell (LON:RDSa) che per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale ha deciso il taglio del dividendo a causa del crollo dei prezzi del petrolio, annuncio che sta facendo cedere il titolo del 6%. Finisce, così, il motivo di orgoglio per Shell fin dagli anni '40 di non aver mai ridotto la cedola.
Il dividendo trimestrale di Shell sarà portato a 16 centesimi per azione, rispetto ai 47 centesimi per azione pagati in ogni trimestre del 2019.
Shell ha anche sospeso il programma di riacquisto di azioni, aggiungendo che ridurrà la produzione di gas e petrolio di circa un quarto, dopo aver visto l'utile quasi dimezzato nei primi tre mesi del 2020.
"Dato il rischio di un protratto periodo di incertezza economica, prezzi delle materie prime più deboli, una volatilità più alta e un outlook incerto per la domanda, il consiglio ritiene che mantenere l'attuale livello di distribuzioni agli azionisti non sia prudente", ha dichiarato il presidente Chad Holliday.
Tra le altre grandi compagnie petrolifere, BP (LON:BP) ed Exxon Mobil (NYSE:XOM) hanno comunicato che manterranno i dividendi per il primo trimestre, mentre Total (PA:TOTF) e Chevron (NYSE:CVX) devono ancora pubblicare i risultati dei primi tre mesi.