MILANO (Reuters) - Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim) ha presentato all'autorità per le telecomunicazioni AgCom il piano per la separazione della rete fissa di accesso.
Lo dice una nota della società, ribadendo che l'operazione di separazione non cambierà il perimetro del gruppo.
La società, controllata al 100% da Tim, disporrà di propri asset -- "infrastrutture della rete di accesso, dalla centrale alla casa dei clienti, nonché gli edifici, gli apparati elettronici e i sistemi IT -- e sarà dotata del personale necessario per fornire servizi all'ingrosso in maniera indipendente", spiega la nota.
Tutte i partiti si sono dichiarati a favore della separazione della rete Tim e della successiva fusione con Open Fiber, controllata Enel (MI:ENEI) e Cassa Depositi e Prestiti, e con altri operatori per la creazione di una rete nazionale.
Secondo una fonte di settore, non è detto che il piano di separazione della sola rete di accesso vada bene a tutte le forze politiche. In particolare i 5 Stelle, che nel programma elettorale si sono già pronunciati a favore di una rete unica nazionale, controllata dallo Stato, potrebbero chiedere lo scorporo di tutta l'infrastruttura Tim.
Il ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, saluta con favore l'operazione e dice che "è un bene che la separazione rimanga un fondamento del piano industriale di Tim con qualunque compagine azionaria". Il ministro aggiunge che spetta all'AgCom "la valutazione, ancora tutta da compiere, sull'adeguatezza di quanto presentato oggi".
La rete di Telecom Italia è formata da circa 600 centrali nazionali, 10.000 centrali locali, presenti praticamente in quasi ogni Comune d'Italia e 140.000 armadi (cabinet) da cui parte il collegamento, quasi tutto in rame, con le abitazioni.
Il 70% circa della rete che unisce centrali agli armadi è in fibra ottica e dagli armadi alle abitazioni la rete è quasi tutta in rame. Dalle 10.000 centrali locali alle abitazioni dei singoli clienti si parla di rete di accesso.
Viene così esclusa la dorsale che è tutta in fibra ottica.
La questione rete è tra i punti al centro della discussione tra Vivendi (PA:VIV), primo azionista di Tim e il fondo attivista Elliott, che è entrato nel capitale della società con il 3,7% circa delle ordinarie, più prodotti derivati cash-settled su un 2%.
Secondo Calenda, però, i piani dei due soggetti, almeno per quanto riguarda la rete, di fatto coincidono e coincidono anche con quelli del governo.
(Stefano Rebaudo)