MILANO (Reuters) - UniCredit (MI:CRDI) archivia il primo trimestre con una perdita netta contabile di 2,7 miliardi di euro, ben superiore alle attese, e alla luce del contesto macroeconomico mutato a causa del coronavirus aggiornerà il piano strategico, presentato a dicembre, tra fine 2020 e inizio 2021.
Il risultato netto risente di alcune poste non operative negative, tra cui 1,3 miliardi dall'accordo sindacale siglato a inizio aprile sugli uscite volontarie e 1,7 miliardi da transazioni relative a Yapi Kredi oltre agli accantonamenti annunciati il mese scorso per 902 milioni di euro in anticipo rispetto all'aggiornamento dello scenario Ifrs9 a causa del lockdown, dice una nota.
La perdita è superiore a quella attesa dal mercato pari a 1,53 miliardi secondo la media di un consensus con 21 broker pubblicato dalla banca sul proprio sito web.
Per il 2021 il Ceo Jean Pierre Mustier è fiducioso che si possa realizzare il 75-80% del target originario, mentre "resterà invariata" la politica di dividendi.
Il titolo in borsa parte male con un calo, alle 9,20, dello 0,78% a 6,603 euro sostanzialmente in linea con il settore italiano (-0,69%).
"UniCredit ha riportato un pesante set di risultati per riflettere lo scenario macro più conservativo che abbiamo visto in questa stagione di risultati e significativamente più pessimista delle stime dell'Fmi. La banca è ben attrezzata per affrontare un periodo difficile", commenta Mediobanca (MI:MDBI) Securities nel daily odierno.
Dal punto di vista patrimoniale, la banca ha un Cet1 Mda buffer di 436 punti base, ben superiore al target di 200-250 punti base per il 2020, che quindi resta confermato. Il Cet1 si attesta al 13,44%, mentre il Lcr ratio è al 143% mostrando "un solido livello di liquidità".
"Abbiamo tutti gli strumenti per far fronte alle sfide senza precedenti presentate dalla pandemia Covid-19 grazie ai nostri importanti punti di forza e al nostro modello di business focalizzato", ha detto Mustier nella nota.
I ricavi totali sono calati del 9,7% a 4,4 miliardi nel primo trimestre subendo un impatto per quasi 500 milioni di alcune voci non ricorrenti.
Sostanzialmente stabili il margine di interesse (-0,5% a 2,5 miliardi) e le commissioni (-0,5% a 1,62 miliardi) rispetto al trimestre precedente. Il confronto con lo stesso periodo del 2019 vede il margine di interesse flettere del 3% e le commissioni salire del 5,2%. I ricavi da trading flettono del 64,5% a 165 milioni.
Il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale impieghi si attesta al 4,9%. In lieve aumento lo stock delle sofferenze a 12,6 miliardi (+0,7% su trimestre) con una copertura del 77%, mentre le inadempienze probabili calano del 3,8% a 11,5 miliardi.
Il portafoglio di Btp si è ridotto di oltre 10 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2019 a 45,9 miliardi, oltre il 41% delle esposizioni sovrane complessive del gruppo.
Lo spaccato per divisione vede il Commercial Banking Italia con una perdita netta di 730 milioni e ricavi in calo del 3,9% su trimestre con una dinamica negativa del 4,6% per il margine di interesse e dell'1,3% per le commissioni.
(Gianluca Semeraro, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)