Di Alessandro Albano
Investing.com - L'inflazione annuale degli Stati Uniti è accelerata oltre le previsioni del 5,8% ad ottobre salendo ai massimi degli ultimi 30 anni, spinta dai costi dell'energia e dai prezzi del carburante.
Secondo il Bureau of Labor Statistics, l'indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento su base annua del 6,2% (livelli del dicembre 1990) dal 5,4% di settembre, con indice core - senza cibo ed energia - al +4,6% dal precedente +4%.
La pressione al rialzo è arrivata per la maggiore dai costi energetici (+30% da +24,8% di settembre), e dai prezzi della benzina (+49,6%). In aumento anche i prezzi per gli affitti (+3,5%) e per gli alimenti (+5,3% ai massimi dal gennaio 2009). Forti rialzi anche per altri beni di consumo come veicoli nuovi (+9,8%) e usati (+26,4%).
Lo slancio è stato registrato anche sulla congiuntura, con IPC mensile al +0,9% rispetto alle stime del +0,6% e contro lo 0,4% di settembre, spinto dalle stesse dinamiche osservate nell'aumento tendenziale.
Dopo i numeri del Dipartimento del Lavoro, il Treasury decennale è balzato del 2,4% ad un rendimento dell'1,483%, mentre il breakeven inflation rate a 5 anni è salito oltre il 3%.
Guardando l'azionario, il NASDAQ Composite - più sensibile all'inflazione - è in calo dello 0,9%, il Dow Jones cede lo 0,1%, mentre lo S&P 500 perde lo 0,4%.
In risposta, i futures di CME sui tassi d'interesse della Fed stanno prezzando tre aumenti dei Federal funds nel 2022, con un primo aumento nel meeting del 15 giugno al 47% di possibilità. Nella giornata di ieri, il presidente della Fed di St.Louis Bullard ha affermato di vedere due aumenti dei tassi nel prossimo anno.
I numeri statunitensi arrivano dopo che i prezzi alla produzione in Cina hanno toccato il massimo degli ultimi 26 anni ad ottobre aumentando del 13,5% su base annuale, rispetto all'aumento del 10,7% di settembre, raggiungendo un ritmo che non si vedeva dal luglio 1995.