Investing.com - Nuova giornata di passione a Wall Street con il Dow Jones che cede oltre l’1%, perdendo immediatamente i guadagni della seduta di ieri.
Tra i titoli principali, cede oltre il 3% Netflix (NASDAQ:NFLX), Snap (NYSE:SNAP) perde il 2%, mentre gli altri tecnologici come Tesla (NASDAQ:TSLA), Intel, Microsoft (NASDAQ:MSFT), Alphabet Inc (NASDAQ:GOOGL), Twitter (NYSE:TWTR) e Amazon (NASDAQ:AMZN) scendono dell’1%.
In picchiata Walt Disney (NYSE:DIS) con un -5% dopo i deludenti dati sugli utili per azioni, nettamente sotto le previsioni degli analisti.
Intanto, il Presidente Donald Trump ha nuovamente attaccato la Federal Reserve.
“Altre tre banche centrali hanno tagliato i tassi. Il nostro problema non è la Cina: siamo più forti che mai, il denaro sta arrivando negli Stati Uniti, mentre la Cina sta perdendo aziende a migliaia a favore di altri paesi, e la sua valuta è sotto assedio. Il nostro problema è una riserva federale che è troppo orgogliosa per ammettere il suo errore di agire troppo velocemente e stringere troppo (cosa su cui avevo ragione!). Devono tagliare i tassi di più e più velocemente, e fermare il loro ridicolo aggiustamento quantitativo ORA. La curva dei rendimenti è in un intervallo troppo ampio e non c'è inflazione! L'incompetenza è una cosa terribile da vedere, soprattutto quando le cose possono essere risolte facilmente. VINCIAMO comunque, ma sarebbe molto più facile se la Fed capisse, cosa che non sanno, che siamo in competizione con altri paesi, e tutti vogliono fare bene a nostre spese!”.
Il tweet ha provocato un calo dei rendimenti dei titoli di stato americani, attirando le vendite sull’azionario. Inoltre, non si ferma il rally dell’oro, nettamente sopra quota 1.500 dollari l’oncia, mentre anche il Bitcoin è tornato in verde.
Il nuovo attacco di Trump arriva il giorno successivo alle dichiarazioni di alcuni ex presidenti della Fed (Paul Volcker, Alan Greenspan, Ben Bernanke e Janet Yellen) aveva scritto una lettera aperta sul Wall Street Journal sottolineando come sia essenziale preservare la capacità della Federal Reserve di prendere decisioni basate sugli interessi della nazione, non sugli interessi di un piccolo gruppo di politici.