MILANO (Reuters) - La guerra mette a rischio il ritorno ai livelli pre-Covid del settore calzaturiero italiano a causa principalmente dell'inasprimento dei prezzi dell'energia e delle materie prime. Ma una minaccia arriva anche dalla possibile contrazione dei flussi commerciali verso Russia e Ucraina.
E' questa la fotografia scattata dall'Area Studi Mediobanca (MI:MDBI) che ha presentato oggi il primo rapporto sul settore, redatto alla vigilia del salone internazionale delle calzature (Micam), che si terrà a Milano dal 13 al 15 marzo.
Il comparto calzaturiero italiano ha registrato nel 2021 un incremento del fatturato di circa un quinto rispetto al 2020, attestandosi a 12,7 miliardi di euro.
Secondo le stime del Centro Studi di Confindustria Moda, si tratta però di un valore ancora inferiore dell'11% rispetto al 2019, prima della pandemia.
Rispondendo a una domanda sul possibile impatto del conflitto in Ucraina, l'analista Nadia Portioli ha spiegato che le esportazioni del settore in Russia potrebbero scendere sotto il 2% del totale rispetto all'attuale quota pari al 2,7%.
Nel 2013, prima dell'annessione della Crimea, le esportazioni calzaturiere verso la Russia pesavano per l'8% del totale e il Paese era il quinto mercato del settore.
Due sono invece gli stabilimenti italiani in Ucraina. Entrambi sono collocati nel sud-ovest del Paese e di recente costruzione: uno è di Tecnica (l'azienda dei Moon Boot), l'altro della trevigiana Mondeox.
Quella in Ucraina era un'attività in crescita, spiega ancora Portioli, aggiungendo che il Paese era un punto di riferimento importante per le logiche di low cost e delocalizzazione del settore.
TURISTI RUSSI
"Non sarà il mercato americano a soffrire ma quello europeo", spiega Portioli aggiungendo che, persino nel caso di una "rapida" fine del conflitto e di una conseguente ripresa, la clientela russa nei negozi del Vecchio Continente calerà a un range del 3-5% da una forchetta attualmente compresa tra il 3 e l'8%.
D'altro canto, una guerra a lungo termine, maggiori sanzioni e uno stop ai viaggi all'estero dei russi porterebbero le vendite ai turisti russi vicine allo zero.
(Francesco Zecchini, editing Gianluca Semeraro)