Investing.com - Il prezzo del greggio sale dopo essere crollato al minimo di 12 anni questo martedì, ma i guadagni restano limitati dai timori per lo stato di salute dell’economia cinese che fanno presagire che l’eccesso di scorte possa durare più a lungo del previsto.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a marzo sale di 28 centesimi, o dello 0,88%, a 32,16 dollari al barile alle 14:35 GMT, o alle 9:35 ET, dopo essere crollato al minimo della seduta di 30,76 dollari, un livello che non si registrava dall’aprile del 2004.
Ieri i futures del greggio Brent scambiati sulla borsa di Londra sono crollati di 2,05 dollari, o del 6,04%. Dall’inizio dell’anno, il prezzo è crollato di quasi il 17%, dal momento che il crollo delle borse cinesi ed il rapido deprezzamento dello yuan hanno pesato sul sentimento dei traders.
I traders temono che il crollo dei titoli azionari possa allargarsi ad altri settori economici e che possa causare una riduzione della richiesta di greggio da parte della nazione asiatica.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli Stati Uniti ed è stata il motore del rafforzamento della domanda.
Intanto, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a febbraio salgono di 16 centesimi, o dello 0,51%, a 31,57 dollari al barile. Il prezzo era precedentemente crollato a 30,41 dollari, il minimo dal dicembre del 2003.
I futures del greggio scambiati sulla borsa di New York ieri sono crollati di 1,75 dollari, o del 5,28%. Il greggio USA è crollato di oltre il 17% dall’inizio del 2016.
L’attenzione degli investitori è rivolta alla pubblicazione dei dati settimanali sulle scorte statunitensi ed i prodotti raffinati per valutare la forza della domanda da parte del principale consumatore mondiale di greggio.
L’American Petroleum Institute pubblicherà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di domani dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono salite di 2,5 milioni di barili nella settimana terminata l’8 gennaio.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli West Texas Intermediate è di 59 centesimi, rispetto ai 47 centesimi segnati alla chiusura di ieri.
La produzione globale di greggio supera di gran lunga la domanda a causa dell’impennata della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti e dopo la decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione per difendere la partecipazione sul mercato.
Molti analisti dei mercati prevedono che l’eccesso di scorte globali non farà che peggiorare quest’anno per via dell’impennata della produzione da parte di Arabia Saudita e Russia.
Il problema delle scorte in esubero peggiorerà ulteriormente quando il greggio iraniano tornerà sul mercato all’inizio di quest’anno, in seguito alla cancellazione delle sanzioni imposte al paese dall’Occidente. Secondo gli analisti, il paese potrebbe aumentare la produzione di circa 500.000 barili, facendo aumentare l’eccesso di scorte che sta facendo crollare i prezzi.