Investing.com – E’ un vero e proprio esercito quello composto da consulenti e da esperti, della collaborazione dei quali, si avvale la pubblica amministrazione del nostro Paese.
Dai dati ufficiali, ed in barba alla tanto sbandierata necessità di contenere le spese dello Stato, si deduce che, solo nel 2011, sono state commissionate e pagate , dalla pubblica amministrazione, qualcosa come oltre 277 mila consulenze, per un costo totale di 1.3 miliardi di euro circa.
Sembrerebbe proprio che gli amministratori pubblici tutto sappiano fare, meno che amministrare e che, pertanto, si debbano avvalere continuamente di tecnici ed esperti che gli spieghino come farlo.
Evidentemente il problema risiede nella catastrofica pletora di leggi e leggine, spesso contrastanti tra di loro, o di plurima possibile interpretazione, attraverso la quale nessuno riesce a districarsi e verso la quale, quindi, nessun amministratore pubblico vuole assumersi responsabilità diretta: meglio nominare un bell’esperto che dica cosa fare, e tutti si sentono al riparo da eventuali contestazioni.
Nel 2011 gli incarichi affidati dalla pubblica amministrazione all’esterno è aumentata dello 0.26% ed i relativi compensi, alla faccia della crisi, sono cresciuti del 3.92%, un settore tutt’altro che in crisi quindi ma che, al contrario della situazione generale, prospera a danno delle pubbliche finanze.
I più propensi ad affidarsi a periti ed esperti esterni sono stati i Vigili del Fuoco che hanno incrementato le loro consulenze esterne del 123.53% rispetto all’anno precedente, mentre la Polizia di Stato è stata la più lodevole, con una diminuzione del 51,0%.
In seconda posizione fra i più inclini a spendere per consulenze esterne ci sono gli enti pubblici non economici che hanno incrementato i costi delle loro consulenze esterne del 61.76% ed i ministeri, con il 52.99%, fra i più lodevoli, dopo la Polizia di Stato troviamo la Presidenza del consiglio che ha ridotto gli incarichi esterni del 37.33%.
Da un punto di vista geografico i più virtuosi , per numero di incarichi esterni assegnati , si trovano al Sud con una diminuzione dell’11.92%, seguiti dalle Isole con un -2.7% e dal Centro con un -0.54%, i peggiori al Nord con un aumento del 4.36.
La regione in assoluto meno virtuosa è stata la Basilicata che ha fatto registrare un incremento del 25.84%.
Dai dati ufficiali, ed in barba alla tanto sbandierata necessità di contenere le spese dello Stato, si deduce che, solo nel 2011, sono state commissionate e pagate , dalla pubblica amministrazione, qualcosa come oltre 277 mila consulenze, per un costo totale di 1.3 miliardi di euro circa.
Sembrerebbe proprio che gli amministratori pubblici tutto sappiano fare, meno che amministrare e che, pertanto, si debbano avvalere continuamente di tecnici ed esperti che gli spieghino come farlo.
Evidentemente il problema risiede nella catastrofica pletora di leggi e leggine, spesso contrastanti tra di loro, o di plurima possibile interpretazione, attraverso la quale nessuno riesce a districarsi e verso la quale, quindi, nessun amministratore pubblico vuole assumersi responsabilità diretta: meglio nominare un bell’esperto che dica cosa fare, e tutti si sentono al riparo da eventuali contestazioni.
Nel 2011 gli incarichi affidati dalla pubblica amministrazione all’esterno è aumentata dello 0.26% ed i relativi compensi, alla faccia della crisi, sono cresciuti del 3.92%, un settore tutt’altro che in crisi quindi ma che, al contrario della situazione generale, prospera a danno delle pubbliche finanze.
I più propensi ad affidarsi a periti ed esperti esterni sono stati i Vigili del Fuoco che hanno incrementato le loro consulenze esterne del 123.53% rispetto all’anno precedente, mentre la Polizia di Stato è stata la più lodevole, con una diminuzione del 51,0%.
In seconda posizione fra i più inclini a spendere per consulenze esterne ci sono gli enti pubblici non economici che hanno incrementato i costi delle loro consulenze esterne del 61.76% ed i ministeri, con il 52.99%, fra i più lodevoli, dopo la Polizia di Stato troviamo la Presidenza del consiglio che ha ridotto gli incarichi esterni del 37.33%.
Da un punto di vista geografico i più virtuosi , per numero di incarichi esterni assegnati , si trovano al Sud con una diminuzione dell’11.92%, seguiti dalle Isole con un -2.7% e dal Centro con un -0.54%, i peggiori al Nord con un aumento del 4.36.
La regione in assoluto meno virtuosa è stata la Basilicata che ha fatto registrare un incremento del 25.84%.