di Massimiliano Di Giorgio
ROMA (Reuters) - Il M5s deve decidere se votare o meno la richiesta di autorizzazione a procedere dei magistrati contro Matteo Salvini sul caso dei migranti della nave Diciotti, mentre il ministro dell'Interno sostiene di non dover essere processato in quanto ha agito per difendere l'interesse pubblico.
Per il voto però, passerà almeno un mese, come prevedono le procedure di Palazzo Madama.
Intanto, la vicenda di un'altra nave a cui viene impedito l'accesso al porto di Siracusa perché carica di migranti salvati in mare, la Sea Watch, ha provocato tensioni tra Italia e Olanda e sta producendo uno strascico giudiziario. Il Pd ha annunciato oggi di aver presentato un esposto alla magistratura contro il governo, dopo che due suoi esponenti sono stati indagati per essere saliti a bordo della nave.
Fino a ieri, Luigi Di Maio, vice premier e leader del M5s, poteva dire che il problema del voto su Salvini al Senato, dove la maggioranza gialloverde gode di un margine ristretto, non si poneva, dato che lo stesso ministro dell'Interno aveva detto di non temere il processo.
Ora però il voto su Salvini potrebbe trasformarsi in un casus belli, anche in vista delle elezioni europee di maggio, dove M5s e Lega corrono separati. Mentre i leghisti sono alleati con il centrodestra in una tornata di elezioni regionali che comincia tra pochi giorni dall'Abruzzo.
In una lettera al "Corriere della Sera" pubblicata oggi, Salvini ha chiamato in causa tutto il governo, per la decisione di non far sbarcare per giorni i migranti trattenuti la scorsa estate a bordo della nave della Guardia Costiera [nL8N1ZO4EI].
Nella missiva il leader leghista prima scrive che non intende sottrarsi al giudizio, nell'accusa di sequestro di persona avanzata dal tribunale dei ministri di Catania. Poi però chiede che il Senato voti contro l'autorizzazione a procedere, perché altrimenti sarebbe censurato lo stesso operato del governo.
RESPONSABILE TUTTO L'ESECUTIVO?
Questa mattina, in un'intervista tv, il ministro grillino dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha ribadito che sul caso Diciotti la responsabilità è di tutto l'esecutivo. Ma per il momento non è chiaro se lui o Di Maio o lo stesso premier Giuseppe Conte intendano autodenunciarsi alla Procura, come pure gli ha chiesto il senatore pentastellato Emilio Carelli, sempre oggi.
Il dilemma, per il M5s, non è semplice, perché la tensione con gli alleati di governo è di nuovo alta. Una parte del movimento, quella vicina al presidente della Camera Roberto Fico, non approva la linea Salvini sui migranti anche se non ha ancora manifestato pubblicamente il dissenso.
A complicare il quadro, c'è la partita sulla Tav Torino-Lione, dove la Lega è favorevole a terminare l'opera e fa pressing per far cadere le resistenze grilline. Infine, da ieri, la maggioranza è divisa sulla questione dell'Afghanistan, dopo che la ministra M5s della Difesa Elisabetta Trenta ha fatto trapelare l'intenzione di ritirare le truppe italiane entro un anno.
La maggioranza ha trasformato in legge i suoi due principali cavalli di battaglia, il reddito di cittadinanza per il M5s e la cosidetta Quota 100 sulle pensioni per la Lega, anche se resta da approvare il decreto semplificazioni ed è ancora incerto l'intervento su banca Carige (MI:CRGI). I due alleti potrebbero quindi decidere che è arrivato il momento di interrompere la collaborazione e prepararsi alle elezioni.
In ogni caso, però, il M5s ha ancora tempo per sciogliere il nodo, almeno fino a fine febbraio. Domani si riunisce la giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, che però ha un mese di tempo per decidere. Poi il dossier sarà esaminato dall'aula, che potrebbe votare anche a scrutinio segreto.