(Reuters) - L'epidemia di coronavirus in Cina peserà fortemente sul settore della moda italiana nel primo trimestre e probabilmente nell'intero primo semestre dell'anno, ma non pregiudicherà il trend di crescita atteso nei prossimi due anni, secondo Prometeia.
Il think tank stima che i ricavi della moda italiana cresceranno a 80 miliardi di euro nel 2021 dai 71,7 miliardi del 2018. Il calcolo è basato sulle 173 aziende italiane del settore che hanno un fatturato superiore ai 100 milioni di euro.
"Ci aspettiamo un rimbalzo dopo un primo trimestre e verosimilmente anche un primo semestre di grande fatica a causa del coronavirus. Ci sarà una coda lunga quando la situazione di stabilizzerà perché ci saranno i porti congestionati", ha detto Alessandra Lanza, senior partner di Prometeia.
"Ciò detto, non pensiamo che questo possa pregiudicare il trend di crescita del settore che sarà sostenuta", ha proseguito Lanza, intervenuta al Fashion Annual Talk di Mediobanca (MI:MDBI).
I consumatori cinesi hanno alimentato un decennio di crescita per l'industria dei beni di lusso e oggi rappresentano il 35% delle vendite globali del settore, secondo la società di consulenza Bain & Co. La Cina è anche uno dei principali fornitori di materie prime e tessuti per l'industria europea della moda.
Ma il coronavirus ha portato alla messa in quarantena di intere zone della Cina, alla cancellazione di voli e alla chiusura di molte fabbriche da quando l'epidemia è diventata un'emergenza il mese sorso.
(Claudia Cristoferi, in redazione a Milano Maria Pia Quaglia)