L’euro non è riuscito a trovare slancio contro le altre principali valute G10, ciò suggerisce un aumento dei rischi al ribasso. Le ragioni del sentiment ribassista sembrano evidenti. I recenti dati economici, primi fra tutti quelli all’insegna della debolezza in Germania, sono preoccupanti. Il caos per la Brexit evidenzia i rischi crescenti di populismo e il fallimento della Cina nello stabilizzare la crescita nonostante i forti interventi suggeriscono che i mercati delle esportazioni sono in declino. Come abbiamo notato nella nostra “Prospettiva 2019”, il divario fra UE e USA è stato massiccio. Che si tratti di quotazioni dei titoli azionari o indici PMI, gli USA hanno superato l’UE. Tali fattori hanno generato un riprezzamento al ribasso dell’euro. Ma ora che soffiano i venti del cambiamento, ci sono opportunità per andare lunghi sull’EUR/USD.
Dopo un’accelerazione prolungata, sembra che la crescita USA stia subendo un rallentamento, che restringerà il divario nella crescita. Le divisioni politiche e il parziale shutdown governativo stanno avendo delle chiare ripercussioni sull’erosione della crescita (si stima un rallentamento compreso fra lo 0,5% e lo 0,7% nel PIL annuo). Se gli effetti di una nazione divisa inizieranno a intaccare la fiducia dei consumatori, la questione diventerà seria. Nel frattempo, i rendimenti dei titoli del Tesoro si sono stabilizzati in una fascia più ristretta, fra il 2,65% e il 2,75%; il calo dei rendimenti USA ha contribuito a indebolire l’USD. I PMI dell’UE hanno toccato il minimo, ciò indica una stabilizzazione, cui contribuisce il prezzo competitivo dell’EUR; inoltre nell’UE il mercato del lavoro è ancora forte, per cui la spesa dei consumatori sosterrà il PIL. Dal punto di vista fiscale, il clima si sta rasserenando, la CDU tedesca ha segnalato tagli delle tasse imminenti, e a ciò si aggiunge l’annullamento dell’aumento delle tasse in Francia (per le proteste dei gilet gialli). Sul fronte monetario, i recenti commenti di M. Draghi sono stati accomodanti, ma crediamo che si stesse concentrando sul breve termine, e che, nel medio termine, la BCE si prepara ad alzare i tassi a settembre. Negli USA si stanno affievolendo le attese di rialzi dei tassi aggiuntivi, dopo che Evans (Fed) ha detto che questo sarebbe il momento giusto per una pausa. Il restringimento dei differenziali fra gli spread dei rendimenti aiuterebbe sicuramente l’euro, perché gli investitori europei, con eccessivi asset USA in portafoglio, rimpatrierebbero i capitali.
Altrove, Germania e Cina hanno firmato accordi per rafforzare l’armonizzazione nei mercati bancari, finanziari e dei capitali, e hanno promesso di ampliare e liberalizzare le relazioni economiche. Alla luce delle deboli prospettive della Cina, la notizia ha un impatto minore, ma rimane importante per aiutare la fiacchezza dell’economia tedesca. Quando i mercati forex assumono una visione unilaterale, è il momento di rivedere le motivazioni. A questo punto, sospettiamo che la negatività intorno all’euro sia del tutto scontata ed è probabile un’inversione del trend ribassista con l’attenuarsi degli aspetti negativi.