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2 ETF lanciati di recente, per approfittare dei trend economici e dei mercati

Pubblicato 15.06.2022, 12:13
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Malgrado l’attuale tonfo dei mercati azionari statunitensi, la popolarità degli exchange-traded fund (ETF) continua a salire. Non passa quasi settimana senza il debutto di un nuovo fondo a Wall Street.

Recenti dati NYSE mostrano che al momento ci sono circa 2.950 ETF quotati negli USA, con oltre 6,3 mila miliardi di asset netti. Nello scorso anno, sono stati lanciati quasi 500 nuovi fondi.

Intanto, l’estrema volatilità e l’incertezza continuano a regnare sui mercati. Di conseguenza, gli investitori cercano rifugio negli ETF che gli consentono di investire su un paniere di asset che possono offrire diversificazione.

Detto questo, ecco due ETF lanciati di recente che meritano l’attenzione dei lettori. Poiché si tratta di fondi nuovi, piccoli e con poca storia di trading, i potenziali investitori devono completare la due diligence prima di premere il tasto buy.

1. Merk Stagflation ETF

  • Prezzo attuale: 24,40 dollari
  • Range su 52 settimane: 24,40 - 25,85 dollari
  • Percentuale di spesa: 0,45% annuo

Il 7 giugno, la Banca Mondiale ha messo in guardia dal rischio di stagflazione, cioè una combinazione di crescita economica stagnante, alta inflazione e disoccupazione in salita.

Gli ultimi dati suggeriscono che, tra il 2021 e il 2024, la crescita globale potrebbe decelerare:

“di 2,7 punti percentuali [.…] più del doppio della decelerazione registrata tra il 1976 ed il 1979”.

Gli economisti ci ricordano della stagflazione negli anni Settanta e dell’embargo sul petrolio OPEC del 1973-1974, quando “il Presidente Nixon aveva cercato di alleviare questi problemi svalutando il dollaro e congelando compensi e prezzi”.

Tuttavia, SwissRe considera le condizioni attuali come:

“temporanee e trainate da fattori ciclici, anziché la strutturale stagflazione vista negli anni Settanta”.

Ciononostante, il Presidente della Banca Mondiale David Malpass sottolinea che potrebbero esserci anni di dolori all’orizzonte anche se i mercati globali dovessero riuscire ad evitare la stagflazione.

Quindi, il primo fondo di oggi, Merk Stagflation ETF (NYSE:STGF), potrebbe interessare a chi è preoccupato per gli effetti della stagflazione. Il fondo offre esposizione a TIPS, oro, petrolio, e settore immobiliare USA. Il peso di ogni classe di asset cambia a seconda delle condizioni del mercato.

Grafico giornaliero STGF

STGF, che replica l’indice Solactive Stagflation Index, ha debuttato a inizio maggio. Gli asset in gestione sono pari a 1,97 milioni di dollari. Il fondo al momento investe su altri quattro fondi:

  • Schwab U.S. TIPS ETF (NYSE:SCHP), -11,5% sull’anno in corso (YTD);
  • Invesco DB Oil Fund (NYSE:DBO), +49,3%;
  • VanEck Merk Gold Trust (NYSE:OUNZ), -1,2%;
  • Vanguard Real Estate Index Fund ETF Shares (NYSE:VNQ), -24,7%.

Dal lancio, STGF ha perso circa l’1,5%. Gli investitori che si aspettano che queste quattro classi di asset offrano rifugio nel caso di stagflazione dovrebbero tenere d’occhio STGF.

2. VanEck Digital Assets Mining ETF

  • Prezzo attuale: 13,84 dollari
  • Range su 52 settimane: 13,81 - 46,05 dollari
  • Percentuale di spesa: 0,50% annuo

Recenti dati indicano:

“Il mercato globale della gestione di asset digitali (DAM) dovrebbe crescere dai 4,2 miliardi di dollari del 2022 ad 8,0 miliardi entro il 2027, ad un CAGR del 13,6%”.

A molti investitori retail, gli asset digitali fanno pensare alle criptovalute come Bitcoin ed Ethereum, nonché ai cripto-miner. Nel 2021, abbiamo visto prezzi record delle principali criptovalute e dei titoli che danno accesso a questi asset digitali. Tuttavia, il 2022 è diverso.

Finora, sull’anno, Bitcoin ed Ethereum sono crollati rispettivamente di circa il 52% ed il 67%. Inoltre, i titoli di cripto-miner e fintech hanno perso parecchio valore.

Quindi, il nostro secondo fondo, VanEck Digital Assets Mining ETF (NASDAQ:DAM), potrebbe interessare agli investitori contrari che si aspettano che i miner di asset digitali vedano una ripresa nel secondo semestre. Il fondo è stato lanciato ad inizio marzo e al momento gestisce 1,4 milioni di dollari di asset.

Grafico settimanale DAM

DAM, che replica l’indice MVIS Global Digital Assets Mining Index, investe su 25 titoli. Oltre il 60% del fondo è concentrato nei primi 10 nomi.

Circa metà delle aziende ha sede negli USA. Seguono Canada, Cina, Germania, Australia e Regno Unito.

Tra i nomi principali ci sono Riot Blockchain (NASDAQ:RIOT), Marathon Digital Holdings (NASDAQ:MARA), Canaan (NASDAQ:CAN), Hut 8 Mining (NASDAQ:HUT), e la tedesca Northern Data (F:NB2).

DAM ha perso circa il 63,2% del suo valore dal debutto. I lettori che si aspettano che si poserà il polverone degli asset digitali potrebbero tenere d’occhio DAM.

Nota dell’editore: Non tutti gli asset descritti sono necessariamente disponibili su tutti i mercati regionali. Consultate un broker accreditato o un consulente finanziario per trovare strumenti simili che possano essere adeguati alle vostre esigenze. Questo articolo è a solo scopo informativo. È opportuno condurre una due diligence prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

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