3 motivi per cui il dollaro è schizzato per la strategia di inflazione della Fed

Pubblicato 28.08.2020, 09:59
USD/JPY
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 27 agosto 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

La Federal Reserve ha una nuova strategia di inflazione. Anziché focalizzarsi sulla riduzione delle pressioni sui prezzi, ora consentirà ad inflazione ed occupazione di superare gli obiettivi al fine di ottenere una stabilità dei prezzi sul lungo termine. Questo nuovo approccio arriva dopo quasi un decennio di inflazione che non ha raggiunto l’obiettivo del 2%. Già prima del COVID-19 la Fed stava pensando di cambiare strategia. La decisione è stata presa dopo oltre un anno di analisi ed inaugura una nuova fase per la banca centrale.

La pandemia di coronavirus ha dato alla Fed un motivo più impellente per cambiare marcia, con il rallentamento dell’economia che mina qualsiasi potenziale ripresa dell’inflazione. Con l’annuncio di oggi, la Fed ci sta dicendo che i tassi di interesse pari a zero sono destinati a durare e che consentirà all’economia di surriscaldarsi più del solito prima di inasprire la politica monetaria. La prospettiva di anni di interessi bassi è enormemente positiva per i titoli azionari e spiega perché l’indice S&P 500 abbia segnato un nuovo massimo storico. Tuttavia, le previsioni di una politica accomodante dovrebbero essere negative per il dollaro, che è invece schizzato contro euro e yen giapponese.

Abbiamo identificato tre motivi per il rally del dollaro post-Jackson Hole:

1. L’annuncio della Fed era stato messo in conto - Sebbene il dollaro sia sceso quando Powell ha fatto il suo annuncio, ha poi fatto dietrofront subito dopo. Una delle spiegazioni di questa inversione è che la decisione era stata ampiamente prevista. Come abbiamo scritto ieri, gli investitori si aspettavano che la banca centrale scegliesse un obiettivo di inflazione media, espressione che è stata usata poi da Powell oggi. Quando è stato chiaro che non c’erano sorprese nel suo discorso, gli investitori sono tornati alle prese di profitto sulle valute a beta alto.

2. Il dollaro schizza mentre gli investitori tornano verso gli asset USA - La promessa di denaro economico e di ampia liquidità contribuisce a spingere gli investitori verso gli asset USA e, di conseguenza, il dollaro USA. È difficile non essere attratti dalle mosse da record dei titoli azionari USA. La nuova politica della Fed aiuterà a rivitalizzare l’economia e le consentirà di surriscaldarsi per un periodo più lungo. Il dollaro ha inoltre una forte correlazione con il rendimento dei Buoni del Tesoro USA ed il rimbalzo di quasi l’8% dei bond a 10 anni ha contribuito al rally.

3. Un pizzico di ottimismo da Powell - Ci aspettavamo dei commenti cauti da parte del Presidente della Fed Powell e invece le sue parole sono state incoraggianti. Il Presidente della Fed ha descritto l’economia come in salute, a parte le aree colpite dal virus. Anche i dati statunitensi sono risultati migliori, con il PIL del secondo trimestre rivisto in leggero rialzo, le vendite di case in corso che hanno battuto le aspettative e le richieste di disoccupazione che hanno ripreso a scendere. I dati sui redditi e le spese pro-capite saranno pubblicati domani.

Lo yen giapponese è stato il più colpito dal rialzo del dollaro. Data la correlazione del cambio USD/JPY con i tassi a 10 anni, non sorprende. Il Primo Ministro Abe terrà una conferenza stampa domani e molti si chiedono se rassegnerà o meno le sue dimissioni per problemi di salute. L’euro ha visto una performance debole con l’impennata di casi in Francia e Spagna a tassi allarmanti. Il dollaro canadese è stato il più resiliente grazie ai dati più solidi sul conto corrente ed alla prospettiva di un PIL mensile migliore domani. Il dollaro australiano e quello neozelandese hanno recuperato la maggior parte delle perdite post-Powell grazie al rally di rischio. La rinnovata attenzione sull’Europa rende le valute asiatiche più attraenti. La sterlina invece resta indietro, con i casi di virus nel Regno Unito che sono saliti al massimo da giugno.

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