Tempi duri per il mercato dell'Alluminio, ormai fermo, seppur già di base presenta una volatilità media annua tra le più basse rispetto agli altri metalli e commodities, per via dei timori provenienti dal più grande consumatore di alluminio al mondo: la Cina.
La Cina infatti, con un consumo pari al 54% del totale mondiale, si classifica come la prima nazione al mondo consumatrice di questo materia prima.
Il paese asiatico assorbe una grande percentuale della produzione totale di questa materia prima, utilizzandola principalmente nel settore delle infrastrutture.
La Cina assorbe anche il 48% del Rame, il 50% del Nickel, il 45% di tutto l'Bobina Acciaio USA, e il 60% del cemento.
Va da sè pensare che un rallentamento della domanda da parte della Cina possa trascinare in basso l'andamento del futures sull'alluminio, cosi come da un'analisi delle ciclicità di questa commodity e dai bilanci delle maggiori società produttrici di alluminio (quotate e facenti parte dei maggiori Indici come S&P500, DJA, NYSE etc).
Le giacenze di magazzino dei grandi produttori, sono in linea o leggermente superiori rispetto ai bilanci chiusi al 31.12.2014, 31.12.2013 e 31.12.2012, i diversi titoli sono attualmente scambiati leggermente al di sotto del loro valore teorico comparato ai flussi di cassa, alle revenue, al valore contabile ed ai dividendi .
Questa situazione fa ben capire che il mercato non si fida nè dell'attuale andamento nè delle prospettive per l'immediato futuro.
Il livello della domanda attuale è comunque leggermente positivo (sia sul lato dei future su alluminio, sia lato equity dei principali titoli di settore ( KAU, AWC, CENX, ACH) .
La view sulla quotazione nel medio-lungo periodo presenta alcune criticità e sembra voglia indicare un supporto a USD 1'528 e una resistenza a USD 1'841.50.