Uno storno forte, veloce. Uno storno del 15% che potrebbe far pensare ad un calo fisiologico, addirittura una discesa salutare a causa degli eccessi del 2019. Ma, a mio parere, siamo su un altro territorio e le considerazioni su cui basarsi sono differenti.Cìè chi afferma che sarà una situazione temporanea, passeggera, una situazione che, passata la buriana, riprenderà la strada lasciata riportando in alto i valori e le quotazioni del mercato finanziario.
Personalmente, sono poco convinto che lo scenario che si sta delineando sia rappresentato da questa idea.Credo che ci si trovi di fronte ad una casistica poco conosciuta, a cui si è poco abituati (sia a livello di gente comune, risparmiatori, ma anche a livelli di gangli politici e finanziari) e che avrà risolti con i quali dovremo convivere più a lungo del breve termine.
Ci sono aspetti tecnici, politici, finanziari, ma anche psicologici che formeranno un quadro penalizzante e dal quale sarà difficoltoso uscirne e tornare ai livelli prcedenti.
Nel grafico dello SP500 possiamo notare come lo storno avuto fino ad oggi si sia appoggiato ai minimi della fine del 2018. Nel 2018, ci fu un calo che compensava gli eccessi e che consentì di riprendere fiato per sopportare nuove esagerazioni nel 2019.
Oggi, quei minimi, sono stati raggiunti per tante concause; un eccesso nelle quotazioni, un virus (panico) che sta espandendosi nel mondo e un mancato accordo dell'opec sulla produzione del petrolio. Oltre, fino ad oggi, una macata concertazione generale, una fed che ha agito istericamente e inutilmente, e una bce che sembra scomparsa.
Tutto quanto sta accadendo avrà conseguente devastanti sull'economia, sulla sostenibilità del debito mondiale e del sistema bancario; nonchè sulla sopravvivenza di molte imprese.
I numeri sono impressionanti: l'1% in meno dell'economia cinese equivale a centinaia di miliardi; ancora maggiore sarebbe il danno prodotto da una riduzione del Pil americano, anche solo rispetto alle aspettative del 2020. Con conseguenti riduzioni a doppia cifra degli utili aziendali (infatti si susseguono i profit warning).
In Europa, la recessione è scontata. Se ci soffermiamo sull'Italia, con 3 regioni completamente chiuse che rappresentano il 40% del Pil italiano, la riduzione accreditata del Pil come conseguenza del coronavirus si attesta intorno al 10% (se bloccheranno tutte le attività come sembra vogliano fare sarà più del 10%) ed equivale ad un 4% del Pil nazionale. 68 Miliardi circa. Se aggiungiamo anche altre regioni il danno per l'azienda Italia è incalcolabile.Se poi la pandemia (prima o poi la dichiareranno) dovesse durare molti mesi ci troveremmo in una situazione esiziale.
É chiaro che a fronte di questi numeri è difficile pensare che il 15% di storno dai massimi (pompati) sia un livello che possa aver scontato tutto questo. Non basteranno tassi più bassi o aumenti di QE a frenare la discesa dlle borse; forse misure mai provate prima potrebbero invertire la rotta ?
Detto questo, resto dell'idea che ogni rimbalzo (ammesso che ci sia) sia un occasione di vendita e di eventuale entrata al ribasso (per chi volesse, altrimenti meglio star fermi), anche con gli etf. Chi fa trading, ovviamente, può sfruttare la volatilità.
Quindi, attendiamoci dei minimi ben più bassi, e poi piano piano si ritroveranno le occasioni, molto selezionate, da ricomprare. La depressione delle persone che resteranno senza lavoro renderà difficoltosa una ripresa econoica veloce. Ci vorrà tempo.
Non voglio entrare nel merito sanitario non avendo competenze, mi limito ad annotare che in altri paesi, fino ad oggi, stanno gestendo la situazione diversamente, ma soprattutto, la comunicazione è stata ben differente. Il tutto è sembrato finalizzato a gestire in equilibrio libertà, economia, lavoro e imprese, virus. Magari cambieranno impostazione, ma la nostra gestione sta causando danni irreparabile.