Mentre l’S&P 500 è cresciuto di circa il 18% da inizio anno, molto probabilmente, le performance di molti investitori non si avvicinano nemmeno, in particolar modo quest'anno. La performance dell’indice S&P 500 se vista più da vicino sembra essere un pò "ingannevole", il rialzo è avvenuto essenzialmente grazie ai sette titoli a maggiore concentrazione nell’indice in termini di capitalizzazione di mercato. Basta guardare, confrontare le performance dei 493 titoli rispetto ai primi sette
Secondo Goldman Sachs (NYSE:GS), i Magnifici 7 continueranno a fornire una performance maggiore rispetto al resto del paniere. Le stime degli analisti mostrano che le Big-cap aumentano le vendite a un CAGR (tasso annuo di crescita composto) dell’11% fino al 2025 rispetto a solo il 3% per del resto dei titoli, e con un ampio P/E rispetto al resto del mercato
Eppure un anno fa gli "strateghi" delle maggiori banche d'investimento prevedevano un vero e proprio crollo delle azioni nel 2023, la prima volta dal 2000 che avevano previsto una tale perdita
A quanto pare gli strateghi, ad oggi, non avrebbero potuto sbagliarsi di più. E questo potrebbe essere uno dei motivi per cui potremmo continuare a vedere rialzisti a dicembre, soprattutto considerando che la tendenza positiva è presente già da mesi. L'S&P500 sta registrando una performance vicina al 20% (triplicando il suo rendimento medio annuo) e il Nasdaq sta rendendo oltre il 46% al momento.
Ma penso che per la maggior parte degli investitori il grado di ottimismo e pessimismo sia molto variabile in base alle loro performance, soprattutto arrivati a questo punto dell'anno e spesso non guardando il mercato in generale.
E il pessimismo negli investimenti, nella visione del mercato, può dimezzare i rendimenti a lungo termine di conseguenza conviene il più delle volte rimanere nel campo dell’ottimismo cercando di "comprendere" i mercati (negli ultimi 25 anni abbiamo assistito a 4 mercati ribassisti e numerose correzioni con perdite del 10%), lasciare fuori dalla propria strategia i pregiudizi negativi dei media perchè spesso possono avere un impatto maggiore sulla percezione reale dei ribassi, ed infine determinare quanta "volatilità" siamo in grado di sopportare e di conseguenza posizionare il nostro portafoglio.
Basta guardare il rapporto tra beni di prima necessità e titoli a bassa volatilità. Quando sottoperformano segnalano che il mercato più ampio (in questo caso S&P 500) tende a rafforzarsi
Oggi, i trend di bassa volatilità e dei beni di consumo di base rispetto all’S&P 500 puntano sempre a nuovi minimi, come hanno fatto per tutto l'anno. Il fatto che questi rapporti puntino al ribasso, dovrebbero darci una prima visione positiva: gli asset "rischiosi" probabilmente hanno ancora margine di crescita da qui alla fine dell'anno.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".