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Attenzione puntata sulle banche centrali: BNS, Norges Bank, BCE

Pubblicato 11.12.2014, 13:46
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

Oggi le negoziazioni sui mercati dei cambi sono contraddistinte fortemente dalle decisioni delle banche centrali. La RBNZ ha mantenuto il tuo tasso OCR invariato al 3,50%, la Banca Nazionale Svizzera ha mantenuto la sua politica invariata, deludendo chi aveva scommesso su un intervento proattivo sui tassi. A sorpresa, la Norges Bank ha tagliato i tassi sui depositi, mentre la BCE ha annunciato l’assegnazione della seconda tornata di operazioni TLTRO. Le pressioni a vendere tornano a interessare il complesso EUR, dopo che i prestiti hanno deluso le attese, attestandosi a 129,84 miliardi di euro. L’EUR/CHF è sceso in area 1,2015.

Deflazione: valida ragione per sostenere la soglia minima dell’EUR/CHF

Durante la sua riunione trimestrale, la BNS ha mantenuto invariato l’obiettivo per il Libor a tre mesi allo 0,00-0,25%, riaffermando il suo impegno a difendere la base dell’EUR/CHF a 1,20. Dal comunicato della BNS emergono le preoccupazioni sul rischio crescente di una deflazione per l’anno prossimo. Secondo il governatore Jordan, “il consistente calo del prezzo del petrolio spingerà l’inflazione in territorio negativo nei prossimi quattro trimestri”. La minaccia di una deflazione nell’Eurozona rappresenta un’altra forte preoccupazione per le dinamiche dei prezzi svizzeri. Le ricadute dovrebbero pesare ulteriormente sull’economia svizzera, già alle prese con la deflazione, nonostante la politica dei tassi allo zero. Le motivazioni presentate nel comunicato della BNS sono valide e rafforzano l’impegno della banca centrale a difendere la soglia minima dell’EUR/CHF a 1,20.

Di riflesso, l’EUR/CHF è sceso a 1,2015, reagendo così all’intervento non proattivo sui tassi d’interesse. Gli operatori rimangono vigili, visto che l’espansione aggressiva della BCE continuerà a rappresentare una sfida importante per la soglia a 1,20. La BNS potrebbe dover introdurre tassi d’interesse negativi sui depositi a vista, se la soglia correrà veramente dei rischi. A nostro avviso, tuttavia, la BNS non agirà proattivamente, ma reagirà agli interventi della BCE. Non c’è bisogno di adottare misure imponenti, poiché il margine di manovra è molto ridotto e la BCE si prepara a intervenire con un vero e proprio QE nel prossimo trimestre.

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A questo punto, la BCE detiene naturalmente il potere ed è il principale decisore, la BNS dipenderà dalle sue decisioni. Non c’è niente di sorprendente in questa distribuzione del potere, vista la dimensione dell’economia dell’Eurozona rispetto a quella della Svizzera. Oggi la BCE ha prestato 129,84 miliardi di euro attraverso le TLTRO2 (rispetto ai 170 miliardi previsti). In totale, le due tornate di operazioni ammontano a una cifra moderata, pari a 212,44 miliardi di euro, rispetto ai 400 miliardi di euro cui la BCE mirava al lancio del programma. La debolezza dei prestiti fa aumentare le probabilità di un ulteriore intervento della BCE.

La Norges Bank taglia inaspettatamente il tasso sui depositi

In una decisione a sorpresa, oggi la Norges Bank ha tagliato il suo tasso sui depositi di 25 punti base. È il primo intervento della banca da più di due anni. Si tratta chiaramente di un intervento per reagire alla minaccia costituita dalla flessione del petrolio per l’economia norvegese, e anche alla scarsa ripresa dell’Eurozona. Dopo la decisione, l’USD/NOK ha compiuto un rally aggressivo fino a 7,2892, leggermente sotto la nostra resistenza chiave a 7,32 (massimi di fine 2008 / inizio 2009). Gli indicatori di trend e momentum sono nettamente positivi, una violazione sopra la resistenza a 7,32 dovrebbe rafforzare il mercato rialzista dell’USD/NOK, se i mercati petroliferi continueranno a indebolirsi.

I contratti sul greggio WTI ora testano quota 60 USD, perché l’Arabia Saudita non sembra disposta a tagliare la produzione per difendere la sua quota di mercato e negli Stati Uniti la produzione di greggio continua a crescere: stando ai dati del 5 dicembre, si attesta a 9.118K barili al giorno.

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The Risk Today

Luc Luyet

EUR/USD L’EUR/USD si è mosso oltre la resistenza oraria a 1,2456 (vedasi anche la linea di tendenza discendente), il che indica un interesse persistente all'acquisto. Un'altra resistenza può essere trovata a 1,2532, mentre una resistenza chiave si trova a 1,2577. Supporti orari giacciono attualmente a 1,2425 (minimo intragiornaliero) e a 1,2362. In una prospettiva di lungo termine, da maggio 2014, l’EUR/USD si trova in un trend discendente. La violazione della forte area di supporto fra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012) ha spianato la strada a un declino verso il forte supporto a 1,2043 (minimo 24/07/2012). Una resistenza chiave giace a 1,2600 (massimo 19/11/2014).

GBP/USD La coppia GBP/USDprosegue il rimbalzo, come si può osservare dalla violazione della resistenza oraria a 1,5726 (massimo 04/12/2014). Monitorate la resistenza implicata dal canale discendente (attorno a 1,5789). Supporti orari possono essere trovati a 1,5626 (minimo 09/12/2014) e a 1,5542. Una resistenza chiave si trova a 1,5826. A più lungo termine, la violazione del supporto a 1,5855 (minimo 12/11/2013) conferma una tendenza ribassista di fondo. Un rischio conservatore al ribasso è dato da un test del supporto a 1,5423 (minimo 14/08/2013). Un altro supporto è disponibile a 1,5102 (minimo 02/08/2013). Una resistenza chiave si trova a 1,5945 (massimo 11/11/2014).

USD/JPY L’USD/JPY è sceso bruscamente ieri indicando pressioni di vendita persistenti. Monitorate il supporto chiave a 117,24. Un altro supporto chiave si trova a 115,46 (vedasi anche il ritracciamento del 38,2%). Una resistenza oraria può essere trovata a 119,92. Favoriamo un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Data l’importante resistenza a 124,14 (massimo 22/06/2007) e l'aumento iperesposto, le probabilità di osservare una fase di consolidamento a medio termine sono elevate. Tuttavia, non vi è alcun segno che suggerisca la fine del trend rialzista di lungo termine.

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USD/CHF L’USD/CHF permane debole malgrado l'area di supporto chiave a 0,9649 e la línea di tendenza crescente (attorno a 0,9633). Una resistenza oraria si trova attualmente a 0,9723. Un altro supporto si trova a 0,9595. Da una prospettiva di più lungo termine, la struttura tecnica favorisce un ritracciamento completo della grande fase correttiva iniziata a luglio 2012. L’area di resistenza maggiore si trova tra 0,9972 (massimo 24/07/2012) e 1,0067 (massimo 01/12/2010). Un supporto chiave si trova a 0,9351 (minimo 19/11/2014).

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