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Aumento tassi da 75bp: Fed intenzionata a rischiare la recessione per l’inflazione

Pubblicato 16.06.2022, 11:31
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 15 giugno 2022

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Alzando i tassi di interesse di 75bp all’1,75% in occasione del vertice di politica monetaria di giugno, la Federal Reserve ci sta dicendo che è intenzionata a rischiare la recessione per l’inflazione. Non solo la banca ha alzato i tassi di interesse del massimo dal 1994, ma secondo il Presidente della Fed Jerome Powell, potrebbero salire di 50bp o 75bp alla prossima riunione. In base al dot plot, si prevedono aumenti da 50bp ad ogni vertice per il resto dell’anno. La banca sta facendo di tutto per invertire l’aumento dei prezzi e far scendere l’inflazione. Powell ha giustificato il rialzo con il dato più alto sulla crescita del PIL reale questo trimestre, i forti consumi, il mercato del lavoro teso e l’elevata crescita dei compensi.

Sfortunatamente, la Fed si aspetta che la crescita sia più debole e che il tasso di disoccupazione e l’inflazione siano più alti: la ricetta della recessione. Il report sulle vendite al dettaglio di oggi mostra che le spese sono diventate negative per la prima volta quest’anno. Sono scese dello 0,3% a maggio, con la crescita delle spese core rallentata allo 0,1%. Gli americani stanno dando fondo ai risparmi per far fronte all’aumento dei prezzi, secondo il recente calo del tasso dei risparmi personali, sceso al minimo dal 2008. Gli investitori dovrebbero prepararsi ad un significativo peggioramento dei dati nei prossimi mesi. Tuttavia, i titoli azionari sono schizzati perché gli investitori sono ottimisti circa l’impegno della Fed nel combattere l’inflazione e finalmente vedono una via d’uscita dai prezzi in salita. I rendimenti dei bond sono crollati, facendo scendere il dollaro.

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Le 10 principali indicazioni arrivate dalla riunione FOMC di giugno 2022

1. Aumento dei tassi da 75bp, la mossa maggiore dal 1994

2. Il prossimo vertice della Fed potrebbe vedere un altro rialzo da 50bp o 75bp

3. Un dissenso per un aumento minore, da 50bp (George)

4. Stima sui tassi di interesse salita dall’1,9% al 3,4% = Aumenti dei tassi ad ogni vertice

5. Previsione sull’inflazione aumentata dal 3,4% al 5,2% per il 2022

6. Previsione sulla crescita abbassata dal 2,8% all’1,7% per il 2022

7. Previsione sul tasso di disoccupazione aumentata dal 3,5% al 3,7% per il 2022

8. Le proiezioni indicano che i tagli dei tassi cominceranno nel 2024

9. La Fed non sa quanto dovrà essere restrittiva la politica

10. Powell si aspetta un atterraggio morbido perché le spese e il mercato del lavoro sono forti

La riunione del FOMC è passata, ma non bisogna abbassare la guardia. Ci sono ancora altri tre importanti annunci dalle banche centrali questa settimana: Banca d’Inghilterra, Banca Nazionale Elvetica e Banca del Giappone. Mentre non si prevedono cambiamenti dalla SNB e dalla BoJ, la BoE dovrebbe invece unirsi alla Fed nell’aumento dei tassi di interesse. L’inflazione è quasi a due cifre nel Regno Unito ma, al contrario della Fed, la BoE non ha la flessibilità di alzare i tassi di 75bp. L’economia si sta contraendo, in base all’ultimo report sul PIL. Il report sull’occupazione britannica conferma la debolezza dell’economia, con la crescita dei compensi in rallentamento ed il tasso di disoccupazione in salita. Sebbene la BoE confermerà una posizione interventista dopo l’inasprimento domani, la mossa minore dovrebbe limitare la domanda della sterlina.

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Anche per la Banca Nazionale Elvetica l’inflazione è il più grosso problema. I tassi dell’indice IPC sono ai livelli più alti dal 2008. Tuttavia, appena questa mattina, ha abbassato le proiezioni economiche. Il timore è che la crescita possa indebolirsi ancora se le forniture di gas russo resteranno ferme. Dovrebbe lasciare i tassi di interesse invariati.

Lo yen giapponese può anche essere scambiato al minimo da decenni contro il dollaro, ma la Banca del Giappone è determinata ad impedire ai tassi di interesse di salire. Nelle ultime settimane, il suo limite sul rendimento dello 0,25% è stato messo alla prova. Ha risposto con aggressivi acquisti di bond. La domanda, questa settimana, è se la BoJ ritenga necessario modificare il limite sui rendimenti. Lo yen debole è un grosso problema per l’economia nipponica, soprattutto in un contesto di inflazione alta. Per quanto i funzionari della BoJ possano lamentarsi dei movimenti della valuta, un intervento è una decisione che spetta al Ministero delle Finanze.

Questa sera, inoltre, saranno pubblicati i dati sul PIL del primo trimestre in Nuova Zelanda ed il report sull’occupazione in Australia. La crescita del PIL in Nuova Zelanda dovrebbe essere più forte, ma la crescita dell’occupazione australiana dovrebbe indebolirsi. Detto questo, AUD e NZD, schizzati sulla scia della debolezza del dollaro USA post-FOMC, continueranno ad essere scambiati sulla propensione del mercato per il biglietto verde.

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