La Reserve Bank of Australia o la Banca del Giappone non hanno riservato sorprese, con entrambe le banche centrali che lasciano invariati i rispettivi tassi all'1,5% e al -0,1%.
I mercati finanziari avevano già preventivato tale prefigurazione votata alla pazienza, non è stato registrato nessun movimento significativo per l'AUD e lo JPY.
La BoJ ha ancora una volta rinviato il termine di conseguimento dell'obiettivo di inflazione.
La banca centrale prevede attualmente che il Giappone centrerà l'obiettivo di inflazione "auspicabilmente durante l'esercizio 2018" (dall'esercizio 2017), il che significa attorno a marzo 2018.
La BoJ sta affermando che la politica monetaria rimarrà in attesa a meno che non si registrino shock di una certa portata.
Dal nostro punto di vista, vi è in realtà poco che la BoJ possa fare.
Nel corso degli ultimi anni, l'attività dei consumatori non ha osservato alcuno stimolo e l'IPC è sulla strada del ribasso. Inoltre, sarà difficile per la banca centrale giapponese mantenere la promessa del suo programma di acquisto di titoli, in quanto le opportunità sono sempre più ridotte.
Il sollievo giungerà nella forma di una decisione da parte della Fed a dicembre che interesserà il differenziale tra Stati Uniti e Giappone e che si riverbererà in pressioni di acquisto inferiori sullo yen.
In Australia, la RBA ha deciso di mantenere i tassi all'1,5%, in quanto i dati del mercato del lavoro deludono e l'inflazione è altalenante. Il minerale di ferro è altresì a un massimo semestrale e il che dovrebbe impedire all'RBA di operare tagli.
Sebbene la coppia AUD/USD abbia registrato un rialzo dalla decisione sui tassi, rimaniamo ribassisti sulla coppia e riteniamo che la domanda di USD crescerà.
In effetti, un aumento dei tassi a dicembre negli Stati Uniti è altamente auspicabile.