Sarebbe bello prevedere quando il mercato raggiunge il punto di massimo, vendere tutto, aspettare pazientemente il successivo crollo, con la gente in preda al panico, e poi ricomprare tutto al punto di minimo quando il mercato riprenderà a salire con una forza spaventosa.
Questo nei sogni di ogni investitore, la realtà invece è ben diversa.
Nel corso della storia, abbiamo avuto diversi Bear Market, come potete notare dall’immagine sotto.
Solitamente, parliamo di “Bear market” quando i mercati correggono per una percentuale superiore al 20%.
Al momento attuale, se riguardi la mia analisi precedente, ti renderai conto che ragionando in questi termini, solo il NASDAQ Composite potrebbe essere considerato in territorio ribassista, gli altri indici ancora no.
Bear Market, cosa dobbiamo sapere
Come detto inizialmente, né io, né nessun altro in questo mondo, potremo sapere se e come questa correzione si trasformerà in qualcosa di peggio, ma come disse un grande investitore, non puoi prevedere, ma ti puoi preparare.
Ecco quindi alcune cose importanti da ricordare di un bear market:
- La volatilità è molto elevata
- La “massa” impazzisce più che in altre occasioni
- Dopo il crollo, i rimbalzi sono violenti
- Ci possono essere rimbalzi forti anche durante il crollo, poi scende ancora
- E’ già successo
- I rendimenti attesi aumentano
- Colpisce il 99% degli investimenti
Per approfondire quanto detto sopra, vediamo ad esempio la scorsa settimana, caratterizzata da forte volatilità, dove rispettivamente abbiamo avuto un rimbalzo molto forte (+3%) ed un successivo crollo giornaliero (-3.6%) ancora peggiore.
Come potete notare l’entità di questi movimenti è estremamente improbabile.
Allo stesso modo, preparandoci psicologicamente all’eventualità di un bear market, qualora ci fosse, vediamo i movimenti del mercato azionario durante la crisi degli anni 1929-1932:
Rimbalzi anche del 40%, ma in un mercato che continua a scendere. Queste sono anche note come “bear trap”, poiché gli investitori, convinti che il peggio sia passato, entrano a mani basse salvo poi vedere il proprio portafoglio scendere di nuovo.
In merito alla psicologia ed il comportamento di massa, questo lo abbiamo affrontato più volte, i mercati sono un mix di avidità, speranza, paura, impazienza, tutte caratteristiche che in fasi molto volatili vengono accentuate e possono portarci a commettere errori.
Inoltre dato che nei momenti peggiori quasi tutte le asset class (tranne il cash e poche altre) scendono, ci sembra davvero di non avere via di uscita se non quella di vendere tutto, e questo è l’errore peggiore.
Quello che succede dopo un bear market però è altrettanto importante: i mercati rimbalzano, e lo fanno in modo violento e veloce. Ecco perché è importante ESSERE INVESTITI quando ciò accade, ed ecco perché purtroppo molti investitori non performano sui mercati, perché in quei momenti sono fuori (avendo venduto) da tutto.
Guardando ai lati positivi dei bear market, come detto sopra, abbiamo sicuramente diversi aspetti da considerare:
Nonostante i numerosi bear market, alla fine il mercato sale sempre. 100 Dollari investiti nel 1928 su S&P 500, sarebbero diventati 761.710 Dollari nel 2021, e guardate in mezzo a cosa siamo passati, di tutto.
Quando i prezzi scendono, invece di concentrarsi (anche se so che non è facile) sulle quotazioni in calo, dovremmo concentrarci sul fatto che i rendimenti attesi futuri (ed i premi per il rischio) aumentano considerevolmente, perciò quello che sta succedendo in realtà, è che si sta creando un ambiente decisamente favorevole per investire i propri soldi.
Nel grafico sopra, guardate infatti i “premi per l’investimento in asset di rischio” (quindi le azioni). In particolare, notate che nei minimi di mercato (inizio 2009, fine del bear market subprime) e guardate cosa è successo durante i primi mesi di calo di quest’anno.
I premi per il rischio salgono, quindi tradotto in modo semplice, significa che le probabilità di ottenere rendimenti migliori per i nostri investimenti aumentano.
Non lo puoi prevedere, ma ti puoi preparare. Sapendo tutto ciò, quello che possiamo fare è prepararci sia emotivamente, sia strategicamente.
Sapendo ad esempio che la durata massima di un bear market è stata di 31 mesi (dotcom), e che il calo peggiore potrebbe essere ad esempio del 60-65% (subprime), si potrebbe pensare di investire la quota di cash (io ad esempio ho ancora il 25% di portafoglio liquido) a scaglioni prevedendo sia ingressi su base temporale (ogni 3 mesi in bear market) sia percentuale (entro con “x” ad ogni calo del 15%).
Non esiste una strategia migliore di tutte, ma l’importante è conoscere tutto quanto visto sopra, prepararsi appunto, e farsi trovare investiti quando i mercati ripartiranno.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico"