Market Brief
Il dollaro USA è stato richiesto in modo generalizzato perché da un documento della Fed di San Francisco si evince che gli investitori prevedono che i tassi rimarranno bassi per un periodo più lungo di quanto stimato dalla stessa Fed. Le aspettative divergenti sulle banche centrali hanno fatto apprezzare l’USD contro la maggior parte delle altre valute del G10. Le valute dei mercati emergenti sono state vendute in modo diffuso, mentre i rendimenti dei decennali americani hanno compiuto un rally fino al 2,50% per la prima volta da più di un mese.
Lo yen ha fatto registrare il calo più marcato nei confronti dell’USD, dopo che allo studio della Fed di San Francisco si sono aggiunti i verbali della BoJ. Nei verbali della riunione della BoJ del 7-8 agosto si legge che gli effetti del rialzo dell’IVA (aprile 2013) dovrebbero scomparire e che l’inflazione dovrebbe subire un’accelerazione nella seconda metà dell’anno fiscale 2014/2015. L’USD/JPY ha raggiunto nuovi massimi. La coppia ha superato le offerte a 105,75/106,00 per raggiungere quota 106,34 a Tokyo, il Nikkei ha archiviato la seduta in rialzo dello 0,28%. Il trend rialzista dell’USD/JPY si sta affermando, gli ordini per le opzioni rafforzano il supporto a 105,00/50. L’EUR/JPYè salito a 136,92; ci sono solide offerte a 137,00/50, che includono la media mobile a 21 giorni e la base della nuvola giornaliera di Ichimoku.
Stanotte la forza diffusa dell’USD ha fatto scendere l’EUR/USD a 1,2867, livello minimo dal 10 luglio 2013. L’aumento dei rendimenti USA, le tensioni in Ucraina/Russia e le discussioni sul voto per l’indipendenza in Scozia (18 settembre) fanno prevalere l’inclinazione a vendere. La paura che la situazione nel Regno Unito possa avere delle ricadute su altri paesi europei frena nettamente la propensione al rischio. S’intravedono supporti chiave a 1,2746/55 (minimi marzo/giugno 2013) e poi a 1,2662 (minimo novembre 2012). Si osservano barriere per opzioni in scadenza oggi a 1,2900/50.
La coppia GBP/USD ha esteso la debolezza fino a 1,6065. Si sono intensificate le pressioni a vendere perché gli operatori stanno valutando il rischio di una potenziale separazione della Scozia dal Regno Unito. Secondo il rapporto della CFTC del 2 settembre, i futures sulla sterlina continuano a essere lunghi, ma l’interesse viene meno con l’avvicinarsi del voto in Scozia. A nostro avviso, c’è spazio per un ulteriore indebolimento. Il supporto critico si osserva a 1,6000 (livello psicologico e 50% di Fibonacci sul rialzo da luglio 2013 a luglio 2014). La coppia EUR/GBP ha toccato la media mobile a 100 giorni (0,80314) prima di scendere in zona 0,80031/0,80159 in Asia. La chiusura di ieri sopra 0,80000 ha fatto passare il MACD in area rialzista, sviluppo che fa presagire un ulteriore rialzo. Le scommesse per le opzioni favoriscono i tori dell’EUR/GBP sopra prezzi d’esercizio pari a 0,79500 (superiori alla media mobile a 50 giorni). L’attenzione si sposterà verso 0,80850/0,81000 per una violazione sopra la media mobile a 100 giorni.
In Australia, stando agli indicatori NAB, ad agosto sono peggiorate fiducia e condizioni delle imprese. I prestiti per gli investimenti sono cresciuti del 6,8%, invece a luglio i mutui per la casa sono aumentati più lentamente, ovvero dello 0,3% su base mensile (rispetto al +1,0% previsto e allo 0,1% di giugno, dato rivisto). L’AUD/USD è sceso a 0,9251, permane un solido supporto a 0,9238/39 (minimi di agosto). Stando all’analisi del MACD a 12-26 giorni, in caso di chiusura giornaliera inferiore a 0,9285, il sentiment rimarrà inclinato al ribasso.
Il calendario economico odierno prevede la pubblicazione dei seguenti dati: bilancio di previsione e saldo di bilancio di luglio in Francia; bilancia commerciale di luglio, produzione industriale e manifatturiera m/m e a/a di luglio, stima PIL (dato NIESR) di agosto nel Regno Unito; indice NFIB sull’ottimismo delle piccole imprese di agosto negli USA; nuovi cantieri residenziali di agosto in Canada; offerte di lavoro (indice JOLTS) di luglio negli USA.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst, |