Le domande infinite sugli interventi della BNS rimangono senza risposta anche oggi, dopo la pubblicazione dei depositi a vista svizzera. La scorsa settimana, i depositi a vista totali erano saliti da 520 a 524,7 miliardi di CHF e i dati di oggi hanno mostrato un ulteriore aumento, a 527,6 mld di CHF.
L’incertezza sulla politica monetaria della BCE dal marzo del 2017 è uno dei fattori che sta spingendo la BNS a intervenire.
Le pressioni al ribasso sull’EUR/CHF sono ancora molto marcate.
Il CHF non raggiunge quota 1,08 da inizio novembre, quando l’elezione di Trump ha indotto la BNS ad aumentare i suoi interventi.
Siamo ormai al punto in cui la BNS potrebbe agire in qualsiasi momento, anche al di fuori delle riunioni di politica monetaria, con l’obiettivo di indebolire il franco.
I depositi a vista sono lo strumento migliore della BNS per difendere il franco svizzero e ora la divisa elvetica accusa il colpo.
Continuiamo a credere che il livello a 1,08 sia l’obiettivo della banca centrale.
É chiaro, però, che la BNS non può usare questa strategia all’infinito perché ciò avrebbe conseguenze troppo pesanti sul bilancio e inciderebbe profondamente sull’economia reale. Nel breve termine, in vista del referendum italiano del 4 dicembre - gli ultimi sondaggi prevedono una sconfitta di Renzi – si profilano pressioni ancora più marcate sul franco.