I dati sui depositi svizzeri continuano a superare le attese, ora si avvicinano ai 580 miliardi di franchi svizzeri (578,2 mld rispetto ai 577,4 previsti).
Il motivo principale è che, come ha dichiarato il presidente Thomas Jordan, la BNS non è pronta a fermare la sua politica monetaria ultra-accomodante, e ciò genera forti pressioni al rialzo sul CHF.
Il cross EUR/CHF è intorno a 1,0850 e non crediamo che, almeno nel medio termine, la coppia possa rimanere costantemente sopra 1,10.
La politica monetaria della BNS dipende fortemente da quella del suo grande vicino, l’Eurozona e, anche se i mercati finanziari si aspettavano, alla riunione di qualche settimana fa, un accenno a un’ulteriore normalizzazione della politica da parte di Mario Draghi, ciò non è avvenuto.
Di conseguenza, la BNS continuerà a intervenire per difendere il CHF sul mercato forex continuerà, finché non vi sarà una normalizzazione dalla BCE.
Rileviamo inoltre che in Europa ci sono delle incertezze economiche e ciò dovrebbe impedire alla BCE di normalizzare i tassi d’interesse. Santander ha acquistato Banco Popular in Spagna e, in Italia, Intesa (MI:ISP) San Paolo è stata costretta ad acquistare Banco Popolare (MI:BAMI) di Vicenza e Veneto Banca.
Lo stato italiano probabilmente destinerà fino a 17 miliardi per questa operazione.
Quindi per la BCE non è il momento adatto per alzare i tassi (l’onere sul debito diventerebbe troppo pesante).
Ecco perché la sopravvalutazione del CHF continuerà e noi rimaniamo rialzisti sulla divisa elvetica.