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BOND E BTP: a quando un aggiustamento dei tassi?

Pubblicato 19.01.2024, 16:23

I verbali della precedente riunione della BCE hanno rivelato che esiste un consenso generale tra i membri del consiglio sul fatto che l’attuale politica monetaria sia necessariamente piuttosto restrittiva. L’attuale politica monetaria, se portata avanti abbastanza a lungo, può effettivamente indirizzare l’economia dell’Eurozona verso l’obiettivo di inflazione del 2%. Nella sua ultima riunione, la BCE ha confermato i tassi di interesse per le operazioni di rifinanziamento principali, le operazioni di rifinanziamento marginale e i depositi delle banche centrali al 4,5%, 4,75% e 4%.
Il verbale è arrivato il giorno dopo il discorso di Lagarde al World Economic Forum che ha messo in guardia i mercati e li ha esortati a non correre troppo velocemente, indicando tagli alla spesa nel prossimo futuro.

Nel dettaglio, la BCE non ha fretta di tagliare i tassi di interesse e sta cercando di frenare l’entusiasmo per il ritorno dell’inflazione a livelli fisiologici dopo due anni di crescita esponenziale. Christine Lagarde, al World Economic Forum di Davos, ha affermato che la BCE è sul “percorso giusto" affinché l'inflazione torni al 2%  " ma finché non siamo convinti che è stabilmente proiettata verso il 2%, e questo è supportato dai dati, non cantiamo vittoria". "Senza un altro shock economico abbiamo raggiunto il picco" dei tassi "ma dobbiamo rimanere restrittivi finché non raggiungiamo la certezza", ha aggiunto in un'intervista a Bloomberg TV. L'ipotesi più probabile è che la riduzione dei tassi di interesse venga raggiunta dopo qualche mese, dopo un periodo di aggiustamento e concordemente al giudizio di tutti i rappresentanti del Consiglio Direttivo. La Lagarde ha poi aggiunto che
"Anche io direi che è probabile, ma devo essere prudente perché restiamo dipendenti dai dati e c'è ancora incertezza, con alcuni dati non ancora al livello che vorremmo"
 
Versante Italia, il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta, è intervenuto negli scorsi giorni al Comitato esecutivo dell'ABI sul tema della gestione dell'inflazione. Nella sede di Milano erano presenti i dirigenti dell'associazione e alcuni banchieri che facevano parte dell’esecutivo. Panetta ha sottolineato che l'inflazione nel nostro Paese è tornata al di sotto del 2% e si prevede che rimanga nella media al di sotto di tale soglia ed entro i prossimi tre anni. Tre anni sono lo "l'orizzonte in cui la Bce calibra i suoi interventi" e durante i quali "si prevede qualche ripresa dei salari".
 Il tasso di crescita ai minimi storici invece, desta molta preoccupazione. “Siamo in una fase di rallentamento ciclico, il trimestre scorso siamo cresciuti in modo stentato come l'Europa, anzi l'Italia ha racimolato qualche decimale di crescita e a livello europeo la crescita è stata negativa" ha detto Panetta sottolineando che "il motivo principale" del rallentamento dell'economia europea e italiana è "la restrizione monetaria, non solo in Europa ma a livello globale".
Il Governatore ha affermato che si prevede di concludere il 2023 con una crescita del PIL compresa tra 0,6 e 0,7 e che nel 2024 sarà inferiore all'1% per poi passare all'1% nel 2025.

Tornando in Europa, il governatore della Banca centrale olandese Klaas Knot in un'intervista a Cnbc a margine del World Economic forum ha dichiarato che i mercati "si stanno sbilanciando troppo" con le aspettative di tagli ai tassi nel breve periodo. "Il problema per noi è che alla fine potrebbe diventare controproducente. Siamo ottimisti sul fatto che abbiamo una prospettiva credibile di un ritorno dell'inflazione al 2% nel 2025, ma molto deve ancora andare bene perché ciò accada". Ha inoltre aggiunto che "Se rimuoveremo alcune delle restrizioni che ci sono, sarà una riduzione molto graduale e non precipitosa".

Stessa interpretazione dei dati giunge dal membro del consiglio direttivo della Bce Bostjan Vasle che dall’Euromoney di Vienna invita alla prudenza. Vasle ha dichiarato che "Le mie aspettative sono diverse da quelle del mercato"; “per me, personalmente, è assolutamente prematuro aspettarsi i primi tagli all'inizio del secondo trimestre". Ha poi aggiunto che "i mercati del lavoro sono ancora molto forti e dobbiamo essere molto attenti e vigili su ciò che accade con i salari in Europa e sul loro trasferimento all'inflazione"
 
Da Davos, Holzmann, governatore della Banca centrale austriaca, ha avvertito che i mercati resteranno molto delusi dalle prossime mosse, perché "non è immaginabile" che il consiglio direttivo, previsto la prossima settimana, inizi a parlare di un allentamento della politica monetaria.
Le note “divergenze” tra falchi e colombe saranno i driver dei prossimi mesi al netto di  nuovi o non ancora stimati shock economici legati alle guerre in corso e/o ad aspettative non realizzabili già prezzate dai mercati.

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