“Dove saresti se avessi fatto tutto quello che desideravi? In carcere” (Linus)
Importante non esagerare. Questo il messaggio che i mercati stanno lanciando a Jerome Powell. Giusto alzare i tassi per frenare l’inflazione, condivisibile l’atteggiamento da falco per disincentivare la speculazione, ma preoccupante se l’atteggiamento sarà troppo intransigente. Se la prossima settimana il rialzo dei tassi da parte della FED dovesse superare le attese, ovvero posizionarsi a 100 punti, il mercato probabilmente non la prenderebbe bene. Tra le buone notizie la sospensione dello sciopero dei lavoratori dell’industria ferroviaria USA che sarebbe stato il più duro degli ultimi 30 anni. Per Joe Biden un successo per l’America e anche per lui visto che, alla vigilia delle elezioni di mid term, sale nei sondaggi di gradimento. Nel frattempo è fallito il tentativo di rimbalzo di Wall Street causa dati macroeconomici misti: mercato del lavoro tonico e vendite al dettaglio in crescita, eventi inflattivi, mentre i prezzi dell’import sono in calo. Risultato l’indice S&P 500 resta sotto la soglia dei 4.000 punti ma senza crolli. Oggi pochi dati macro in uscita, tra questi ricordiamo alle 16:00 l’indice di fiducia del Michigan a settembre visto in crescita a 60 punti (da 58).
Caccia al basso rischio
Fitch vede l’Italia in recessione. Il rendimento del BTP sale sopra il 4%. La Banca Mondiale lancia invece l’allarme di una recessione globale nel 2023. Questo a causa della politica monetaria delle banche centrali. Ma dove sta la novità? Il mercato sconta da almeno 3 mesi uno scenario recessivo, il punto è quanto lunga e dura sarà la crisi. Per fortuna la Banca Mondiale, non si limita a fare il profeta di sventura come Fitch, ma indica una strada per uscire dalla crisi: sostegno alla produzione industriale e alle famiglie vulnerabili. Un programma che in Italia definiremmo “di sinistra” ma che in un mondo purtroppo sempre più indirizzato verso l’inasprimento delle disuguaglianze, diventa “di buon senso”. In questa prospettiva Pictet stima una revisione al ribasso degli utili societari del 15-20% su base annua. Per chi è esposto sull’azionario quindi, armarsi di santa pazienza e un ampio ombrello per non farsi inzuppare dal temporale in arrivo. Per Pictet il posizionamento migliore per i prossimi mesi deve essere su attivi difensivi ovvero a basso rischio.
La blockchain lavora meno
Per Ethereum la rivoluzione “merge” è iniziata ma per alcuni è solo un esperimento. Da oggi la validazione delle transazioni sulla blockchain “dei servizi” saranno più green e veloci. Il consenso distribuito passa da una prova di lavoro, che comporta calcolo computazionale ovvero consumo di energia, a una prova di accantonamento ovvero dal semplice deposito di criprovalute su un conto vincolato. Il deposito potrebbe avere effetti sulle quotazioni in quanto diminuirà la circolazione di Ether. Da dimostrare inoltre se questo passaggio continuerà a garantire l’affidabilità della blockchain ovvero la metterà al sicuro di attacchi hacker. Un cambiamento che potrebbe favorire infine l’avvicinamento degli investitori istituzionali, che per ragioni di compliance lato ESG, si tenevano lontano da Ethereum. Come reagirà Bitcoin, la regina delle criprovalute al nuovo posizionamento del suo principale concorrente? La solidità di Bitcon, che non ha nessuna intenzione di diventare green, contro la versatilità di Ethereum. Probabilmente c’è spazio per tutti e due.