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L’oro attende indicazioni dalla Fed; tori del greggio incoraggiati dall’OPEC

Pubblicato 24.09.2018, 09:02
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Il lento movimento dell’oro verso i 1.200 dollari l’oncia raggiungerà un punto di inflessione questa settimana in vista dell’attesissimo aumento dei tassi della Federal Reserve che potrebbe far scendere il metallo prezioso spingendo il dollaro o, al contrario, consentire al metallo giallo di schizzare verso i 1.250 dollari.

Il greggio USA sta già cercando nuovi massimi in seguito al recente picco di 70 dollari al barile, mentre il britannico Brent si spinge verso gli 80 dollari dopo che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) ha replicato alla richiesta di Donald Trump di ridurre i prezzi alti del greggio, che secondo il Presidente sarebbero opera del cartello.

“Io non influenzo i prezzi”, ha riferito ieri Khalid al-Falih, il Ministro per l’Energia dell’Arabia Saudita, perno dell’OPEC, dopo che il vertice tra l’organizzazione e gli altri produttori è terminato senza alcuna indicazione ufficiale circa un eventuale aumento della produzione.

Anche il rame, schizzato al massimo di 19 mesi venerdì, potrebbe registrare nuovi picchi se il dollaro dovesse mostrare segni di debolezza.

Soia, zucchero e caffè dipenderanno dal real brasiliano

I principali mercati agricoli come quelli di soia, zucchero e caffè probabilmente prenderanno una direzione in base al real brasiliano, data la crisi monetaria nella nazione sudamericana, che è un importante esportatore di questi prodotti.

“Il real brasiliano mostra la tendenza a registrare i minimi più bassi nel periodo di settembre-ottobre”, afferma Shawn Hackett dell’agenzia di consulenza per i mercati agricoli Hackett Financial Advisors, con sede a Boca Raton, in Florida. Aggiunge:

“Con la paura che attanaglia la situazione attuale della politica brasiliana e le elezioni che saranno completate ad ottobre, esiste l’alta possibilità che il real brasiliano possa registrare un altro minimo importante ed una successiva impennata”.

A parte i vertici della Fed che culmineranno con l’annuncio di mercoledì, il calendario economico di questa settimana comprende i dati sulle vendite di case nuove USA di agosto, i dati sulla fiducia dei consumatori tedeschi e la lettura dell’indice sui prezzi al consumo della zona euro.

Nuova breccia dell’oro, dice qualcuno; “No”, dice Goldman

L’oro, intrappolato in un range di 20 dollari da entrambi i lati dei 1.200 dollari da ormai cinque settimane, sta affrontando uno dei test più cruciali prima del quasi certo aumento dei tassi di 25 punti base della Fed.

Gold Weekly Chart

Le aspettative sui future dei Fondi Fed suggeriscono che i trader si aspettano quasi con certezza l’aumento dei tassi, implicando che potrebbe esserci poco rialzo per il dollaro.

E sebbene lo scontro commerciale USA-Cina sia incessante, sembra che i trader stiano diventando insensibili al botta e risposta e ai continui tweet minacciosi di Trump, un altro fattore che potrebbe far recuperare all’oro il suo status originale di asset rifugio rispetto al dollaro.

Anche i titoli azionari potrebbero estendere l’impennata, con l’indice Dow che registra nuovi massimi storici a spese del dollaro.

“Riteniamo che si sia formato un fondo immediato per l’oro e che la mossa al rialzo consisterà in due singoli leg in salita”, scrive Chris Vermeulen, analista indipendente, in un commento pre-weekend. Aggiunge:

“Il primo leg probabilmente si avvicinerà ai 1.240-1.250 dollari e terminerà verso la metà del novembre 2018. Il secondo probabilmente sarà vicino ai 1.310 dollari e finirà verso il maggio 2019”.

Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com indicano “buy” sull’oro, il primo da settimane, con “sell” all’obiettivo più forte fissato alla media mobile su 200 giorni di 1.257 dollari. Al momento della scrittura, l’oro USA con consegna a dicembre si attesta a 1.202 dollari l’oncia, sotto la media mobile su 100 giorni di 1.234,49 dollari.

Non tutti sono rialzisti sull’oro a brevissimo termine. Goldman Sachs (NYSE:GS) ha un obiettivo di 1.250 dollari ma solo a tre mesi da ora. Le sue previsioni aggiornate a tre, sei e 12 mesi si aggirano in media a 100 dollari in meno rispetto alle stime precedenti.

“Vediamo già un’economia USA di fine ciclo con tassi di interesse alti aumentare il contango (le ripercussioni negative) sull’oro”, si legge in un aggiornamento di giovedì della banca di Wall Street.

“Strong Buy” per rame, WTI e Brent

Il rame USA, rimbalzato dell’8% la scorsa settimana al massimo del febbraio 2017 di 2,838 dollari la libbra, è indicato come “Strong Buy” dalle previsioni tecniche giornaliere di Investing.com, con un “sell” solo alla media mobile su 200 giorni di 2,859 dollari. Al momento della scrittura, il rame USA con consegna a dicembre si attesta a 2,836 dollari, sopra la media mobile su 50 giorni.

Anche per il greggio USA West Texas Intermediate (WTI), il consiglio è “Strong Buy”, senza obiettivi significativi di “sell” per ora.

Cary Artac di Artac Advisory a Bristol, in Wisconsin, afferma che il WTI potrebbe contenere le pressioni immediate resistendo sopra i 70,20 dollari al barile, mentre 73,67 dollari resta il suo obiettivo a 3-5 giorni. Al momento della scrittura, il WTI con consegna a dicembre è scambiato a 71,50 dollari.

Per il Brent, l’indicazione di Investing.com è “Strong Buy”, con la resistenza di Fibonacci più forte a 80,94 dollari. Il Brent con consegna a dicembre ha raggiunto il massimo della seduta di 79,29 dollari negli scambi europei pre-apertura di questo lunedì.

WTI 300-Min Chart

Il greggio è in salita da due settimane nei timori per i piani del governo Trump di azzerare le esportazioni petrolifere iraniane, sebbene le sanzioni entreranno in vigore il 3 novembre. In quello che è stato un segnale confuso per i mercati, il Presidente USA ha chiesto all’OPEC di limitare l’impennata dei prezzi ed ha promesso di vendere le scorte delle riserve strategiche USA se necessario, per ridurre l’aumento dei prezzi alle colonnine.

“Il rischio sta tenendo le posizioni abbastanza difensive, in punti in cui la comunità dei trader non è long come vorrebbe” sul greggio, afferma Scott Shelton, broker ed analista di ICAP (LON:NXGN) a Durham, in Carolina del Nord.

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