Mercoledì mattina, tutte le valute G10 hanno ampliato i guadagni contro il dollaro USA, fatta eccezione per il dollaro australiano, dopo che i dati sull’inflazione hanno deluso le attese.
L’Aussie ha ceduto fino allo 0,75% contro il biglietto verde, la coppia AUD/USD è scivolata a $0,74.
Nel secondo trimestre l’IPC primario si è attestato al 2,1% a/a, a fronte del 2,2% previsto e dell’1,9% del trimestre precedente.
La media troncata – un indicatore dell’inflazione di fondo – è rimasta stabile all’1,9%, mentre la media ponderata dell’IPC è scesa all’1,9% a/a, in calo rispetto al 2,1% del primo trimestre.
Ultimamente l’Aussie ha subito una forte pressione a vendere sull’onda dell’escalation della guerra commerciale fra gli USA e la Cina.
La Cina, infatti, è il maggior partner commerciale dell’Australia, più del 36% delle sue esportazioni è destinato alla seconda più grande economia al mondo.
Alla luce delle attuali incertezze, pare che l’AUD sia destinato a scendere sotto l’area di supporto a $0,75, dal momento che gli speculatori non hanno ragione di farsi un’opinione rialzista sulla valuta.
Sembra, tuttavia, che il supporto a $0,73 stia tenendo (non è stato infranto dal maggio del 2017), il che suggerisce che molto probabilmente l’AUD/USD continuerà ad annaspare fra 0,73 e 0,75.