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Calma apparente, ma le tensioni internazionali spaventano i mercati

Pubblicato 15.03.2018, 09:59
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

Nelle ultime ore è intervenuto un generale consolidamento dei mercati, il che ci suggerisce come gli investitori stiano cercando di fare un bilancio di quanto accaduto nelle ultime settimane e soprattutto negli ultimi giorni.

Il timore di una guerra commerciale è sempre là, incombente, soprattutto dopo che il Presidente Trump ha licenziato il Segretario di Stato (responsabile della politica estera) Rex Tillerson.

Questo fatto ha sicuramente frenato la propensione al rischio per timore che i rapporti commerciali internazionali possano improvvisamente decadere, non scordiamoci che gli Stati Uniti potrebbero prepararsi a colpire la Cina con circa 60 milioni di dollari di tariffe commerciali.

Se così fosse, la seconda economia mondiale potrebbe reagire con forza.

Ma le dispute non si limitano allo scambio commerciale, in questo momento tiene banco anche la vicenda Regno Unito-Russia, Regno Unito che ha addirittura accusato i russi di aver condotto un attacco con armi chimiche in territorio britannico ed è per questo che provveduto con una serie di misure tra le quali la più eclatante è sicuramente l'espulsione di 23 diplomatici russi. Ora la domanda da porsi è la seguente: gli alleati occidentali aumenteranno la pressione sulla Russia tramite l’inasprimento di sanzioni e se così fosse, come reagirà Putin?

Sono tutti elementi che certo non depongono a favore del rischio.

I rendimenti obbligazionari stanno calando, mentre lo yen si sta rafforzando e i mercati azionari appaiono più deboli. Statisticamente c’è da dire che i fattori politici tendono a essere fattori trainanti di breve durata, ragion per cui gli investitori potrebbero tornare rapidamente sulla strada intrapresa i mesi scorsi.

Wall Street ha chiuso la sessione di metà settimana ampiamente al ribasso con il Dow in calo dell'1% e l’SP 500 dello 0,6% a 2749 punti. I mercati asiatici sono stati altalenanti, con il Nikkei + 0,1%, anche gli europei appaiono piuttosto prudenti in queste prime fasi della giornata.

Nel mercato valutario il dollaro prosegue tra alti e bassi, registriamo invece un rafforzamento dello yen e della Sterlina, mentre le commodity currencies perdono qualcosina.

L’XAU/USD è in fase laterale, o di consolidamento che dir si voglia, così come il Future Petrolio Greggio WTI che dopo il temporaneo scivolone dettato da scorte in aumento, è tornato sui livelli d’apertura.

L’appuntamento odierno più importante contempla le decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Svizzera e come da attese i tassi sono rimasti costanti a -0,75%.

Per quanto riguarda gli USA, attenzione al dato Fed Manufacturing di New York (Empire State) delle 13:30 per il quale si prevede un rialzo a +15.0 (da +13.1 del mese scorso) e il Philly Fed Business Index che al contrario dovrebbe perdere leggermente pur mantenendosi molto forte: +23,0 (da +25,8 del mese scorso).

Le richieste di sussidi di disoccupazione settimanali dovrebbero risultare ancora molto basse a 226.000 unità (231.000 la settimana scorsa).

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