Il certificato di Vontobel con ISIN DE000VM33PW9 su Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), Unicredit (BIT:CRDI), Banco BPM e BPER (BIT:EMII) prevede l’erogazione di una cedola trimestrale del 3,59% per un flusso cedolare annuo del 14,36%, a condizione che nessuno dei quattro sottostanti perda più del 40% dai valori iniziali, condizione valida anche per il rimborso del nominale alla scadenza.
Lo storno che ha caratterizzato l’andamento del FTSE MIB settimana scorsa, ha fatto scendere di qualche punto percentuale i sottostanti e il certificato si acquista oggi sotto la pari, a 98€. Il worst of del basket è Banco BPM a -3,3%, mentre per gli altri tre istituti la distanza da strike è intorno al punto percentuale.
Il certificato presenta, come la maggior parte dei cash collect attualmente quotati, l’effetto memoria sulle cedole, come fattore di ulteriore protezione. Tale effetto si attiva se ad una delle date di osservazione trimestrali uno o più sottostanti scendono al di sotto del livello barriera, ovvero in questo caso perdono più del 40% dai prezzi attuali. La cedola non verrebbe erogata, essendo per l’appunto al di sotto del livello barriera, ma non sarebbe persa, bensì accantonata “in memoria” e pagata successivamente alla prima osservazione utile nella quale tutti i sottostanti abbiano recuperato almeno il livello barriera.
LA SITUAZIONE DEL MERCATO
Siamo entrati nell’ultimo trimestre dell’anno, quello solitamente più positivo e che spesso porta in dote il celebre rally di Natale. Le premesse in questo 2023 non sembrano però così rosee. Dopo un buon primo semestre, caratterizzato da un forte rimbalzo US trainato dalle big cap, e una salita generalizzata nei listini europei, il terzo trimestre ha riportato la debolezza sui mercati, con correzioni comprese tra il 5 e il 10%. Le Banche Centrali continuano nella loro politica aggressiva di tassi alti in contrasto ad un’inflazione che rimane viscosa, come confermato anche settimana scorsa da Jerome Powell, che non ha escluso ulteriori rialzi nelle prossime riunioni della FED. A beneficiare di questo contesto sono i titoli bancari, che grazie al costo del denaro elevato riescono ad incrementare la loro marginalità. Questo accade in modo particolarmente accentuato nel nostro paese dove gli istituti di credito hanno visto incrementare in modo considerevole i loro introiti a fronte però di un esiguo riconoscimento di interessi attivi ai correntisti.
Come confermato sia dalla BCE che dalla FED, il contesto attuale ci accompagnerà per diversi trimestri prima di arrivare ad un primo taglio dei tassi, dato che l’inflazione sembra si dirigersi verso il basso ma il ritmo della discesa è rallentato decisamente negli ultimi mesi, lasciando il target finale del 2% ancora ben lontano. Per questo motivo, gli istituti bancari mantengono a mio avviso un buon momentum e potranno proseguire il trend al rialzo, o perlomeno difendersi in caso di prosecuzione del trend ribassista dei listini azionari.
Il basket è composto dai quattro principali istituti bancari commerciali del nostro paese. Se al momento sono accantonate le ipotesi relative al cosiddetto risiko bancario interno, le nostre banche si stanno muovendo per acquisizioni o partnership esterne. E’ di ieri la notizia che Unicredit ha siglato con Alpha Bank un accordo di fusione in Romania e di partnership strategica in Grecia, operazione che dovrebbe generare a regime un utile netto incrementale di oltre 100 milioni di euro.
I titoli sono tra loro abbastanza correlati positivamente. Analizziamo di seguito i valori di strike e barriera per ognuno dei sottostanti.
INTESA SANPAOLO
Lo strike a 2.3985€ è posto qualche decimo di punto più in alto rispetto ai valori di chiusura di ieri. Nel corso del 2023 il titolo si è mosso in un range di circa 20 centesimi sopra e 20 centesimi sotto ai valori attuali. La barriera a 1.4391€ è visivamente, oltre che operativamente molto lontana, su valori visti nel corso del 2020 e mai più avvicinati, nemmeno nel crollo post invasione dell’Ucraina.
UNICREDIT
Tra i quattro titoli è quello probabilmente più in forma, e che dalla seconda parte del 2022 ha visto innescare un rally sull’azione che l’ha portata su valori che non vedeva dal 2016. Il piano industriale sta dando ottimi risultati e utili record. Il livello di strike è a 22.685€ mentre la barriera a 13.611€, valore graficamente non così lontano, sui prezzi di inizio anno ma che grazie a bilanci attuali dell’istituto di Piazza Game Aulenti sembra non poter impensierire nel breve termine.
BANCO BPM (BIT:BAMI)
Rally importante anche per Banco BPM, che dai minimi di giugno 2020 non si è praticamente mai fermata, andando quasi a quintuplicare la sua quotazione in poco più di tre anni. Lo strike del certificato a 4.903€ è sui massimi di periodo e la debolezza degli ultimi giorni ha visto un leggero ritracciamento, portandola ad essere la peggiore del basket. Va però considerato che la distanza da strike è solo del 3% e il margine sulla barriera posta a 2.942€ è ancora molto ampio.
BPER
Salita meno marcata, ma pur sempre notevole anche per Banca Popolare dell’Emilia Romagna, che da giugno 2022 ha raddoppiato la capitalizzazione di mercato. Il prezzo di strike a 3.037€ è molto vicini al prezzo spot, mentre la barriera è posta a 1.822€.
PROTEZIONE E RENDIMENTO
Tutti e quattro i sottostanti presentano livelli barriera e quindi di protezione molto profondi e questo è il fattore più importante in un certificato in quanto ci fa capire fino a dove il nostro capitale nominale e il flusso cedolare sono garantiti dall’emittente. Fino a che nessuno dei sottostanti scende sotto a tali livelli, infatti, il certificato paga una cedola trimestrale del 3,59% con un flusso cedolare annuo del 14,36%. Come già anticipato le cedole prevedono l’effetto memoria, quindi nel caso in cui uno dei quattro titoli si trovi al di sotto del -40% alla data di osservazione, la cedola non viene pagata ma accantonata in memoria. Sarà sufficiente che entro la scadenza (anche eventualmente il giorno stesso della scadenza) il titolo worst of risalga al di sopra di tale livello per vedere erogate tutte le cedole precedentemente accantonate.
DURATA E POSSIBILE SCADENZA ANTICIPATA
La scadenza naturale del certificato è prevista per il 20 ottobre 2025, con una durata di due anni, ma già da gennaio è prevista la possibilità di richiamo anticipato da parte dell’emittente. Dall’osservazione cedolare del 22 gennaio, qualora tutti e quattro i titoli si trovino al di sopra del loro valore iniziale, il prezzo di strike, il certificato scade anticipatamente rimborsando il valore nominale di 100€ e pagando la cedola trimestrale del 3,59%. Dato l’acquisto ad oggi sotto la pari, a 98,00€, in caso di richiamo anticipato alla prima scadenza si avrebbe comunque un rendimento di oltre il 5% in meno di tre mesi, dato da 3,59€ di cedola più 2,00€ di capital gain sul nominale. Quindi anche in caso di richiamo anticipato, uno scenario estremamente positivo.
SCENARI A SCADENZA
L’osservazione autocall per la scadenza anticipata sarà sul livello del 100% del prezzo di strike alla prima osservazione, mentre scenderà del 1% ad ogni osservazione successiva, fino ad un minimo del 94% del prezzo di strike alla settima osservazione (l’ottava e ultima non prevede autocall ovviamente ma solo l’osservazione sulla barriera di protezione).
Qualora non avvenisse l’autocall prima della naturale scadenza, a ottobre 2025 si avranno due scenari:
- il rimborso al nominale di 100€ a certificato qualora nessuno dei sottostanti si trovi in quel momento in ribasso di oltre il 40% dai prezzi iniziali. Si avrà in questo caso quindi un rimborso superiore al prezzo di acquisto con un capital gain di 2,00€ sul valore nominale, cui aggiungere l’erogazione di 8 cedole trimestrali del 3,59% per un totale del 30,72% in due anni. Va sempre ricordato che i certificati generano redditi diversi e in caso di minusvalenze presenti in portafoglio queste cedole permetterebbero di andarle a compensare, ottenendo quindi l’esenzione dal pagamento del capital gain fino alla completa copertura delle minus pregresse.
- rimborso in misura proporzionale rispetto alla performance negativa del worst of qualora almeno uno dei quattro titoli si trovi sotto alla barriera di protezione. Se ad esempio Banco BPM dovesse scendere del 45% rispetto ai prezzi di strike, il certificato rimborserebbe 55€ su un nominale di 100€, anche se a tale valore andrebbero comunque sommate le cedole incassate nel corso della vita del prodotto.
RIEPILOGO
Personalmente credo il certificato appena analizzato, il DE000VM33PW9 abbia diverse caratteristiche che lo rendono interessante. In particolare presenta simultaneamente:
- basket composto dalle quattro principali banche del nostro paese, che hanno beneficiato nell’ultimo anno e mezzo del rialzo dei tassi da parte delle banche centrali; con i tassi di riferimento che rimarranno su livelli elevati ancora per diversi trimestri, il settore continuerà a beneficare di maggiori margini operativi;
- flusso cedolare trimestrale del 3,59% con un rendimento annuo del 14,36%, un ottimo rendimento nel contesto attuale di volatilità del mercato, cui si aggiunge la possibilità di acquisto sotto la pari che porta il rendimento oltre il 15% annuo;
- livelli di protezione su ribassi dei titoli fino al 40%, attualmente difficilmente ipotizzabili su questa tipologia di titoli.
Va infine specificato che investire in certificati espone al rischio di fallimento dell’emittente e al rischio di azzeramento del sottostante, casi che possono provocare la perdita dell’intero investimento. In questo caso l’emittente è Vontobel che presenta un rating A2 (Moody’s), sinonimo di solidità dell'emittente. Il basket è composto da quattro delle principali aziende del nostro paese, motivo per cui il rischio azzeramento del sottostante è limitato.
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico"