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Come muovere un Portafoglio di Lungo Termine - le 4 Regole

Pubblicato 09.02.2023, 12:14


Ruotare un Portafoglio di Lungo Termine, questo è uno dei temi più complessi da dover affrontare quando si parla di gestione degli investimenti. Perché questo?
Perché ogni nostra scelta va ad intervenire non solo sul breve, medio termine, ma anche sui prossimi anni, se non decenni successivi, in alcuni casi.
Si tratta di una materia delicata, ma importante da dover seguire, per cui rimanete con me, analizzeremo quando si può intervenire, quando invece sarebbe meglio rimanere fermi con le mani, quando comprare e quando vendere. 

Benvenuti nella Rubrica “I Consigli del Consulente”, rubrica nata dall’esperienza accumulata da tutti i clienti che incontro, che mi ha permesso di notare atteggiamenti e comportamenti ripetuti tra molti investitori o neofiti, errori che ho deciso di condividere con voi per capire assieme come diventare delle persone finanziariamente consapevoli.

Come sempre partiamo da un caso che personalmente ho affrontato una un po’ di giorni fa, esempio che ci aiuterà a comprendere delle massime da applicare assieme.
Come sempre ripeto che tutto quello che dirò non sono consigli finanziari, che questa operazione di cui sto parlando va contestualizzata nella natura del cliente, nel giorno nella quale è stata fatta, nel suo orizzonte temporale e nella sua particolare situazione personale; quindi non prendete questo esempio come un modo per dire “lo faccio anch’io”, piuttosto consideriamolo come un esempio perfetto per intavolare un discorso.

Con la cliente, chiamiamola Jenny, abbiamo costruito un Portafoglio strutturato per generare degli income, derivanti, ad esempio, dai dividendi. Lo scopo di ciò è far sì che la cliente possa vivere da questi income.
Quindi, profilo di una cliente che ha un lunghissimo orizzonte temporale e che ha una particolare e specifica esigenza. Perfetto.
Ci troviamo al 2 Novembre 2022, la mattina prima dell’uscita dell’aumento dei tassi della Fed di 75 Punti Base. In quel momento si sono verificate 2 congiunture estremamente favorevoli: da un lato avevamo in Portafoglio un titolo energetico che da quando lo abbiamo preso, ha fatto il +30% su cui aveva investito, facciamo 20.000 euro (ovviamente la cifra è variata per privacy, ma è il concetto che ci interessa), dall’altro il Titolo di Stato dei BTP a scadenza abbastanza ampia aveva raggiunto un target interessante.

Quindi:
Da un lato abbiamo quest’azione di un titolo energetico che avevamo acquistato per un dividendo lordo pari al 3.78% che era cresciuta di un 30%. Questo cosa comporta? Dato che l’azione era mantenuta in larghissima parte per il dividendo, poiché aveva una larga storicità del dividendo, aver raggiunto un risultato del +30% le ha permesso di “anticipare” di 8 anni questi dividendi ottenuti.
Perché: da un investimento di 20000 euro il dividendo annuo atteso era di 760 euro circa, considerando tutti i rischi derivanti dall’investimento in aziende da dividendo che tralasciamo in questa puntata, che per 8 anni fanno 6000 euro, esattamente la stessa cifra raggiunta dalla plusvalenza ottenuta dalla performance del titolo.
Dall’altro lato abbiamo un BTP con una scadenza abbastanza lontana nel tempo che fornisce un 4% di cedola annua, con una garanzia maggiore rispetto a quella offerta dalla singola azione energetica, e che da sicuramente più stabilità all’intero Portafoglio.

Dunque cosa ho fatto? Dato che la sera stessa avrebbe parlato Powell e non sapevamo se questo avrebbe portato un crollo del titolo, dato il suo settore così fortemente politicizzato quest’anno, siamo usciti. Abbiamo portato a casa la performance di 6000 euro oltre che i nostri 20000 euro, e abbiamo acquistato BTP i quali:
- Come detto sono più sicuri del singolo titolo;
- Offrono una cedola maggiore della singola azienda, 4% contro 3.78%;
- Danno un rendimento sull’investimento maggiore, perché prima il 3.78% era calcolato sui 20.000 euro, ora il 4% è calcolato sui 26.000 euro.

Poi se volessimo entrare ancor più nel tecnico possiamo dire che questa scelta è stata fatta anche in funzione di ciò che politicamente ed economicamente sta succedendo, riduzione dell’esposizione ai dollari, riduzione dell’esposizione ad un settore che ha enormemente beneficiato di quest’anno, e aver acquistato un BTP con un ottimo rendimento che mi permette di poter fare nei prossimi anni altre valutazioni interessanti nel caso in cui l’inflazione dovesse riportarsi al 2%.
Questa è la gestione tattica sugli investimenti di lungo termine.

Ora, perché raccontarvi questo esempio? Perché da questo esempio possiamo capire tutta una serie di regole, di principi che dobbiamo applicare quando intendiamo ruotare un portafoglio di lungo termine.
Prima di tutto, ho utilizzato una parola non a caso: la tattica.
A differenza della Strategia, la quale è la macro attività che impostiamo nei nostri portafogli per il raggiungimento dei nostri obiettivi di vita, la tattica è una gestione più a corto raggio, che ci permette di limare la nostra strategia, perfezionandola e migliorandola in virtù di ciò che sta accadendo nel mondo.
Per riportare all’esempio pratico, la strategia è un portafoglio per generare income, la tattica è cambiare asset in funzione della realtà attuale e del contesto nel quale ci troviamo.

Da questo possiamo già comprendere una cosa importante: la gestione tattica non è per tutti.
Non tutti stiamo ogni giorno sui mercati, sappiamo quello che accade fuori e prendiamo delle decisioni attive. Io personalmente sì, ma lo faccio perché è il mio lavoro stare qui tutti i giorni, ma non è una cosa che ovviamente tutti possono fare. Nel caso in cui tu non sia un tipo di persona in grado di sostenere certe caratteristiche, allora lascia stare. La tattica ci permette di perfezionare una strategia che già di suo deve essere corretta, quindi già di suo funziona; in quel caso evita di mettere le mani in pasta e lascia che i tuoi investimenti continuino a lavorare per conto loro.

Di base per avere una buona gestione tattica devono sussistere due caratteristiche: devi essere una persona che giornalmente si aggiorna, e devi essere in grado di muoverti non solo sull’azionario, o non solo sull’obbligazionario, ma devi anche saper guardare il mondo finanziario a 360°.
Da lato dell’informazione, è inutile girarci intorno, questa richiede ore tutti i giorni. Sapere che da un lato l’energetico è alto per questo o per quel motivo, e sapere che il BTP va considerato in un modo completamente diverso da come l’abbiamo considerato gli anni scorsi non è una cosa che la si può improvvisare così.

Tuttavia se vuoi addentrarti in questa gestione più attiva anche in un Portafoglio di lungo termine, allora ci sono 4 Regole che personalmente applico in ogni caso, e se anche solo una di queste non viene rispettata allora rimango fermo.

N.1: La tattica deve essere sempre, sempre subordinata alla Strategia.
Purtroppo vedo moltissime persone fanno movimenti che in realtà a loro non servono minimamente.
Esempio: la persona che sta effettuando un pac da 100 euro al mese e li mette in aziende da dividendo per il dividendo. Questa non è una gestione tattica, è un’azione che va a danneggiare la tua attività finanziaria, perché la tua strategia è la crescita del Portafoglio, mentre investire in quelle aziende per il dividendo è una tattica che si applica per chi ricerca la rendita, non la crescita, che sono due cose completamente differenti.
Quindi, prima impara tutte le tattiche che sono funzionali a ciò che ti serve realmente, e poi agisci.

N.2: Per ruotare un Portafoglio di lungo termine devi accertarti che la condizione verso la quale ti stai muovendo sia significativamente migliore rispetto a quella attuale.
Ipotesi, nel caso in cui il BTP desse una cedola del 2% anziché del 4% allora avrei dovuto fare mille altre considerazioni, perché la condizione che avrei avuto rispetto a quella attuale sarebbe stata molto meno vantaggiosa. Poi magari l’avrei comunque fatto, ma si capisce come ogni parametro faccia la differenza in questo caso.

N.3: Applica la gestione tattica per una parte piccola di Portafoglio. Quando la gestione tattica viene applicata su una parte troppo importante del Portafoglio, questo rischia di farci perdere il controllo in relazione con la nostra Strategia.
Nell’esempio, non l’ho detto prima, l’ammontare investito era pari al 4% dell’intero patrimonio.

N.4: Non esagerare. Capita spesso, specie agli inizi, di farsi prendere la mano. Magari abbiamo un’intuizione importante e decidiamo di investire subito e funziona, e da lì iniziamo a movimentare il portafoglio.
Ecco, no. Questa è la via perfetta per uscire dai bordi, come per la regola tre.

Avere una gestione tattica negli investimenti non è semplice, richiede disciplina e moltissimo studio, ma è un’ottima attività per migliorare la nostra finanza personale, a patto che siamo in grado di svolgerla adeguatamente.

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