Ho scritto in modo approfondito delle imminenti sanzioni sul petrolio russo e sul tetto del prezzo, e ho presentato due scenari base su come i trader possono aspettarsi che reagisca il mercato. Tuttavia, non è ancora stato trovato un accordo sul tetto del prezzo al barile. Polonia, Lettonia e Lituania vogliono limitare il petrolio russo a 30 dollari al barile, perché il costo di produzione della Russia è di circa 20 dollari al barile. I paesi del G7 vogliono un price cap di 65-70 dollari al barile. Grecia, Malta e Cipro chiedono un prezzo persino più alto, perché hanno importanti attività di trasporto che risentirebbero della politica del price cap. La Commissione Europea ha proposto un compromesso di 62 dollari al barile ma, a ieri, 30 novembre, non era ancora stato raggiunto un accordo.
Tuttavia, questa settimana, l’Urals russo è scambiato a 55 dollari al barile, il prezzo più basso dal 2021. Si tratta di 30 dollari in meno rispetto al prezzo del Brent. Ciò significa che, se il price cap sarà inferiore al prezzo dell’Urals, non avrà alcun valore, perché le compagnie di spedizione e assicurative non saranno soggette a sanzioni. La maggior parte del greggio russo trasportato via mare resterà sul mercato. Altre miscele di greggio russo al momento scambiate a circa 74 dollari al barile saranno colpite, ma non si tratta della maggior parte del greggio russo trasportato via mare.
Se il price cap sarà abbastanza alto da permettere alla Russia di continuare a vendere il suo greggio Urals scontato ai prezzi attuali, allora i trader dovrebbero aspettarsi che la politica del tetto del prezzo abbia poco impatto sul mercato. Il mercato comunque sarà un po’ sconvolto, perché i paesi europei non potranno importare il greggio russo dopo il 5 dicembre, ma molti paesi hanno ridotto gli acquisti di greggio russo nel corso dell’anno. Inoltre, i paesi europei potranno importare prodotti a base di greggio russo in altri paesi: India, Cina, Turchia ed Indonesia aumenteranno gli acquisti di greggio russo ed esporteranno più prodotti petroliferi, e il prezzo di questi ultimi quindi scenderà. Ovviamente, se i paesi europei dovranno importare benzina e gasolio dall’Asia anziché dalle raffinerie di Rotterdam, i tempi di transito ed i costi di spedizione aumenteranno.
I trader dovrebbero inoltre prestare attenzione al vertice OPEC+ di domenica 4 dicembre. Anche se i mercati saranno chiusi, l’OPEC+ si incontrerà. La scorsa settimana, sembrava che il gruppo potesse discutere di un aumento delle scorte, ma questa settimana circolano invece voci di un taglio.
Goldman Sachs pensa che i produttori OPEC+ siano preoccupati per i recenti cali del prezzo e che agiranno per tagliare la produzione e far salire i prezzi. Tuttavia, cinque delegati dell’OPEC+ hanno reso noto che il gruppo probabilmente deciderà di non cambiare le quote di produzione. Secondo altre due fonti dell’OPEC+, il gruppo discuterà di tagliare le quote di produzione, ma è più probabile che le lasci invariate.
Dal momento che la riunione si terrà il giorno prima dell’entrata in vigore delle sanzioni sul petrolio russo e del price cap, l’OPEC+ probabilmente eviterà di apportare cambiamenti alle quote di produzione fino a quando non avrà visto la reazione del mercato. L’OPEC+ può convocare un vertice “straordinario” per cambiare le quote di produzione se lo ritiene necessario.