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Come tutelarsi senza sposarsi?

Pubblicato 04.08.2022, 14:40


Abbiamo sempre detto come il matrimonio non sia solo “un pezzo di carta senza valore”, ma un accordo tra due parti che conferisce tutta una serie di diritti e di tutele che, in alcuni casi, non potrebbero essere conferiti in altri modi. 
Ma come tutelarsi se non si è sposati? Possiamo fare qualcosa se noi e il nostro o la nostra compagna non vogliamo sposarci? Quali tutele possiamo avere?
Parliamo di tutto in questa puntata.

Se è vero che, da una parte, l’Istituto del matrimonio ci conferisce alcune tutele importantissime per la nostra protezione, le quali sono note a tutti, è vero anche che alcune di queste tutele possiamo riceverle anche se rimaniamo semplicemente conviventi, e questo è un argomento molto meno approfondito dai più.
Nell’attualità lo Stato italiano ha sempre dato più riconoscimento alle famiglie non fondate sul matrimonio, cercando di disciplinarle e proteggerle.
Cerchiamo di capire come ottenere tali tutele, ma prima è necessario capire quando sia e quando non sia considerata, dalla legge, una convivenza.

Per la legge una convivenza è un rapporto tra due soggetti maggiorenni, che siano o meno eterosessuali o omosessuali non cambia, che rispettino alcuni requisiti:

  • che siano una coppia che abita stabilmente assieme;
  • che non abbiano contratto il matrimonio o un’unione civile;
  • che non siano legati da vincoli parentali;
  • che abbiano un rapporto sentimentale;
  • che diano l’un l’altro assistenza, sia morale che materiale.

Come vediamo quindi lo Stato applica diversi dei principi comuni del matrimonio anche alla convivenza, quei principi che regolano un rapporto familiare.

Capito quale coppia venga considerata convivente cerchiamo di approfondire come ricevere tutela in questa situazione.
Per farlo non bisogna fare altro che andare all’ufficio Anagrafe del comune dove si vive per ottenere il certificato di residenza e lo stato di famiglia.
Mi raccomando: la dichiarazione deve essere fatta congiuntamente.
Da questo atto lo Stato riconosce tutta una serie di diritti importanti, come la possibilità di prestare assistenza all’altro quando è ricoverato in ospedale e potersi far dare dai medici le informazioni che lo riguardano; effettuare delle visite al convivente in carcere; poter partecipare alla gestione dell’impresa di famiglia, risarcimento per la morte del partner a causa di un reato commesso da altri soggetti; entrare nel contratto di locazione se il partner deceduto era l’intestatario; ricevere un assegno periodico se, nel caso in cui cessi la convivenza, uno dei due conviventi non abbia i mezzi per sostenersi autonomamente.

Queste che abbiamo visto sono tutele importanti, che normalmente spetterebbero solo ai coniugi, a meno che non si decida di agire come abbiamo appena visto.
In più è possibile effettuare la stipula di un contratto di convivenza, il quale va registrato al Comune dei conviventi: tale accordo permette di regolare alcuni aspetti patrimoniali della coppia, come la nomina del partner come tutore, rappresentante in caso di malattia, regolazione delle spese e via discorrendo.

Una volta capito quali siano i vari diritti che possono spettare ad una coppia che si fa redigere lo stato di famiglia, è importante passare a quelli che non sono i diritti che vengono loro concessi.
Il primo, e probabilmente il più importante ai fini successori, è la non qualifica del convivente come erede legittimo: abbiamo diverse volte visto come il matrimonio dia il diritto ai due di qualificarsi come eredi legittimi, ossia conferisca il diritto di ricevere una quota dell’eredità del coniuge defunto, indipendentemente dalla sua volontà. 
Ecco, tale diritto non viene riconosciuto ai conviventi, i quali potranno comunque provvedere, in parte, all’altro attraverso un testamento, sempre ricordando di non violare la legittima.

Altro aspetto è l’obbligo di fedeltà, il quale non rappresenta un requisito per la coppia, e dunque non può essere fatto valere di fronte ad un giudice per il risarcimento del danno derivante da una separazione.
Non si ha diritto ad un assegno di mantenimento: come abbiamo visto infatti si provvede ai soli alimenti necessari, solo qualora il partner si trovi in una situazione di bisogno.
Infine, degno di nota, la possibilità di adottare dei minori.

Come vediamo la convivenza non è un istituto che può sostituire quello del matrimonio, tuttavia, regolandolo, possiamo ricevere tutta una serie di tutele e diritti che altrimenti non potremmo ricevere.
Ovviamente per la cessazione dello stato di convivenza bisogna sempre andare in Comune per compilare i vari moduli.
Abbiamo parlato di “come tutelarsi senza sposarsi”.

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